Il Movimento Nazionale Cristiano-Liberale sulla “Questione Morale” pone un cardine ideologico strutturale all’insegna del rispetto delle regole etiche e legislative. Nell’ M.N.C. regna sovrana la convinzione che il tesoro di una Nazione sia l’Onestà e la Legalità. Solo con il rispetto delle Leggi giuridiche, Etiche e Morali si può essere credibili davanti l’opinione pubblica. Pertanto l’M.N.C. assume atteggiamento di antitesi riguardo l’aberrazione politica dei progetti finalizzati al tornaconto elettorale che spesso si rivolta contro chi ordisce strategie volte principalmente al consenso. Sulla questione morale a cui Casini affida la rivalsa politica dell’UDC in Sicilia, il Sindaco dr. Savarino Armando perde e ne viene favorita l’uscita dal partito. Di contro vince a Ravanusa e i suoi consiglieri e assessori non lo abbandonano, non lo criticano e lo applaudono nel consiglio comunale del 4 marzo 2011, quando, in un passaggio politico, durante il consiglio comunale, il sindaco dichiara: “…questa amministrazione comunale è dal punto di vista morale inattaccabile perché non c’è nessuno che pensa di prendere una lira. Si agisce con impegno e trasparenza. Siamo vanto rispetto qualunque comune della Sicilia e forse d’Italia. Non abbiamo sostenuto una tesi che abbia carattere clientelare dando incarichi a soggetti diversi. Il personale, che non mi è mai vicino, che non mi ha mai votato, è stato premiato in funzione della sua capacità. Non mi dimetto da sindaco, non perché non riconosco la mia condanna, ma perché, per le stesse cose per cui sono stato accusato, altre persone vanno in televisione a sbandierare la legalità, quando anch’esse hanno ricevuto beneficio da azioni di illegalità. Le cose che ho fatto sono orgoglioso di averle fatte e le rifarei altre centomila volte”.
Nelle vicende giudiziarie su concorsopoli per tre concorsi AUSL truccati che riguardano alcuni componenti dell’UDC ravanusani non entro in merito, lascio il giudizio aperto all’esame di ogni singola coscienza. Da Coordinatore cittadino dell’M.N.C. cerco la chiave di lettura su questa contraddizione che vede il sindaco da un lato sbandierare la questione morale e dall’altro ricevere una condanna per un reato commesso. Usando le sue parole d’orgoglio, intese nell’azione di avere voluto aiutare qualcuno, se lo rifacesse altre 100.000 volte, molto probabilmente, avrebbe altre 100.000 condanne in quanto trattasi di azione non conforme alla legge. Che si lavori per il “bene comune” e non per il “ bene di alcuni”. E’ meglio che il sindaco e la giunta si dimettano,riflettano e si prendano un bel periodo di riposo e pentimento.
Il Coordinatore cittadino di Ravanusa
Dr. Sandro Ficarra