Elezioni comunali, ovvero un concorso  senza titoli. Si ha questa impressione; l’impressione di assistere ad uno di quei concorsi ai quali partecipano migliaia di candidati per pochi posti a disposizione.

All’improvviso ci trasformiamo in un popolo di risolutori, di economisti, di strateghi, di comunicatori. Abbiamo di colpo una soluzione per tutto. Affrontiamo il problema della crisi economica, dell’acqua , della spazzatura, dell’energia e di tutto quanto ci si prospetta davanti. Saremmo in grado di parlare anche della teoria della relatività di Einstein .


Abbiamo la soluzioni a tutti i problemi che ha questa città. “Dammi la tua fiducia e saprò io cosa farne!” All’improvviso il meme di una  sorta di follia collettiva invade le case di tutti noi, contaggia genitori, figli, sorelle, amici, cognati, cugini e anche i nostri animali domestici.

Siamo depositari di verità assolute che abbiamo fino al giorno della nostra candidatura tenuto in serbo per noi ,ma che adesso siamo disposti a metterli a servizio della nostra città.

Diventiamo un popolo di amministratori, siamo pronti a sbracciarci, impegnarci, affaticarci per rendere questa città migliore.

Poco importa se blocchiamo il traffico per chiedere il voto all’amico incontrato per caso o buttiamo il pacchetto di sigarette vuoto per terra.  Ce n’è di tempo per cambiare per migliorare. Ce n’è tempo per il cambiamento “Dammi il voto…. Ti prometto che tutto questo non accadrà più.”

Nel mentre un automobilista spazientito..Piiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii piiiiiiiiiiiiiiiiiii (il clacson)

“Un minuto… e che male c’è se ho bloccato un’intera via, vuoi mettere ….. sto chiedendo un voto anche per te automobilista impaziente, affinchè questa  nostra diventi una città civile”.