Se è vera la decisione di RFI di eliminare il collegamento ferroviario da Canicattì a Modica, a partire da Marzo, allora veramente la città di Licata sarà destinata a diventare un’ isola nell’isola e potrà definitivamente porre nel cassetto tutti i propri sogni legati ad un ulteriore futuro sviluppo anche nel campo turistico. La USZ Cisl di Licata è del parere che le infrastrutture viarie, ferroviarie, portuali, aeroportuali , informatiche, urbanistiche ecc.ecc. siano alla base di ogni possibile sviluppo. In ragione di ciò, non sarebbe male se la città di Licata, nello spirito della tutela dei propri interessi, si facesse promotore della nascita di un consorzio di comuni con gli stessi nostri interessi, per richiedere ad RFI di recedere da tale decisione ma anzi di incrementare e potenziare i servizi che interessano questa fascia della Sicilia per incentivarne ancora di più l’utilizzo. L’ impegno della scrivente organizzazione sindacale è quello di coinvolgere nell’azione la propria struttura sia a livello provinciale che a livello regionale, già molto impegnata nella difesa della struttura ferroviaria regionale , dei collegamenti con la penisola e dei miglioramenti dei servizi regionali, arrivando anche recentemente ad effettuare dei sit-in di protesta davanti a Palazzo Chigi. Già nella piattaforma che fu azione propedeutica agli Stati Generali del Lavoro e della Economia che effettuammo il 30 di giugno del 2010, chiedevamo l’istituzione, da intensificare nei mesi estivi , di un “minuetto” che collegasse Licata e questo pezzo della Sicilia sud occidentale con l’ aeroporto di Comiso, appena esso sarà aperto. Si può sperare in un futuro migliore soltanto difendendo quello che abbiamo e rilanciare chiedendo immediatamente il rifacimento della SS 115 il cui tracciato vide la luce quando in Sicilia governavano i Borboni. Si fa fatica a comprendere come da qualche parte si parla di TAV oppure di ponte sullo stretto mentre a pochi chilometri di distanza siamo ancora all’ epoca delle “regie trazzere”.

USZ Cisl di Licata


Salvatore Licata