Riceviamo e pubblichiamo in versione integrale una missiva indirizzata all’On. Cimino da parte di un nostro affezionato quanto autorevole lettore.  Riteniamo che tale missiva possa dare spunto di riflessione e aprire discussioni interessanti. Diamo la totale disponibilità all’On Cimino di potere replicare o integrare la nota del nostro lettore qualora Egli lo ritenesse opportuno.

Caro onorevole Cimino……

nella dichiarazione da lei rilasciata qualche giorno fa, pubblicata da CanicattìWeb lo scorso 1 febbraio, relativa alla invocata “lotta a chi fomenta il nord contro il sud”, desidero, pur tardivamente, indirizzarle questi appunti.

Lei ha ragione. Ha ragione perché mette, indirettamente e senza dirlo, il dito nella piaga del pericoloso principio separatistico che, pur con denominazioni diverse (“federalismo” incluso), pervade gli angusti sentieri del non eccelso pensiero di taluni abitatori dell’Italia del nord i quali ritengono che la nostra nazione sia divisa in due parti ben distinte e distanti tra di loro. La distanza geografica è un dato oggettivo. La “distinzione”, poi, troverebbe, nel loro contorto pensiero, fondamento in una pretesa auto-attribuzione della qualità e del conseguente ruolo di “superuomo” che trae origine dal concetto filosofico di Nitzsche e dalla follia del nazismo. E’ certamente sulla base di tale valutazione che l’on. Formigoni, infischiandosene delle leggi italiche (in particolare la 165/2004 da lei citata), si candida oltre il numero masimo di volte indicato dalla disposizione legislativa richiamata.

La distorsione di tale ragionamento include una forma di violenza psicologica e di una subdola coltivazione di un odio viscerale contro una parte dell’Italia, le regioni del sud, che essi avvertono come “palla al piede” dell’economia nazionale di cui essi e solo essi sarebbero la forza trainante.

Va da se che la gravità di tali perverse valutazioni è accresciuta dalla esternata contemporanea condivisione da parte di più soggetti politici del nord i quali, proprio a ragione del loro ruolo istituzionale, riescono a condizionare le menti più deboli ed incapaci di formulare autonome valutazioni di fatti e di persone.

Se però limitassimo le nostre negative considerazioni soltanto alle infelici frasi ed ai plateali comportamenti dei settentrionali, commetteremmo l’errore di sfuggire all’obbligo morale di capire quali siano i nostri comportamenti che possano indurre altri a dare di noi stessi una valutazione meno che mediocre.

Infatti, sarebbe grave se nel legittimo desiderio ed obbligo morale di rintuzzare le affermazioni degli abitatori del nord, commettessimo il loro medesimo errore di autocelebrarci attribuendoci superiorità socio-culturali che probabilmente non abbiamo.

Cosa ancor più grave sarebbe se ci lasciassimo cogliere nell’atto di tendere la mano per ritirarla piena di quattrini proprio nel momento in cui i “trasferimenti” di finanza dallo Stato alle regioni ed ai comuni vengono fortemente compressi quale conseguenza di un precedente sperpero che oggi bisogna non solo frenare, ma soprattutto compensare con un politica di restrizioni.

Guardare dentro le nostre coscienze, ma soprattutto dentro le nostre convenienze, sarebbe utile per rimuovere comportamenti che, pur con l’opportunistico vantaggio che ci procurano, tuttavia offrono il fianco ad un livello di censura che potrebbe essere molto più elevato di quel che immaginiamo.

La notizia che Comitini ha circa il dieci percento dei propri abitanti felicemente posizionati a libro paga del Comune non è una balla tirata fuori per farci male. E’, ahimè!, la verità.

La notizia che nella mia abitazione l’acqua viene erogata ogni diecina di giorni non è una bufala. E’ la verità.

La notizia che la pressione mafiosa in Sicilia è molto diffusa e condiziona la vita politica ed economica non è una illazione di chi non ci vuole bene. E’, ahimè, la verità.

La notizia secondo cui la sanità in Sicilia non funziona nonostante assorba quantità impressionanti di danaro, non è una minchiata detta da quelli del nord. E’ una preoccupante verità.

La notizia che il pubblico danaro viene speso nella nostra regione anche per aumentare a dismisura il numero dei consulenti del palazzo, a volte pur senza specifiche professionalità, non è una invenzione dei nordisti. E’ una dolorosa verità.

La notizia secondo cui l’autoparco della Regione siciliana dispone di un impressionante numero di addetti e di automobili non è una allucinazione. E’ la verità.

La notizia secondo cui molti parlamentari regionali, indipendentemente dai partiti di appartenenza, sono in galera, agli arresti domiciliari, al soggiorno obbligato, condannati in primo e secondo grado, inquisiti, non è una notizia falsa e tendenziosa. E’ la verità.

La notizia secondo cui nel passato abbiamo consentito cha la Sicilia erogasse aggi esattoriali in misura impressionante e di gran lunga superiore a quelli erogati nel resto d’Italia, non è una inesattezza. E’ una sacrosanta verità.

Nostro compito è quello di far capire a “quelli del Nord” che vogliono autonomie politico-amministrative e fiscali, che molti guai a noi sono derivati e derivano proprio, mi dispiace dirlo, dall’autonomia. Perché i nostri politici di ieri e di oggi non l’hanno saputo gestire, non hanno saputo, per amore o per timore, fronteggiare le pressioni che ad essi sono arrivate da più parti. Noi avremmo bisogno che ci venisse tolta l’autonomia per manifesta incapacità di gestirla.

Dovremmo, quindi, suggerire ai leghisti ed a quanti sognano l’autonomia che essa è un pericolo e che non è facile gestirla. E’ meglio, molto meglio, quando le decisioni vengono prese da molto lontano.

So che non potrei mai trovare condivisione delle mie argomentazioni da parte di chi oggi occupa ruoli di rilievo proprio grazie all’autonomia. Ma confido nel fatto che le mie considerazioni siano condivise da molti cittadini i quali, come me, sono delusi di oltre sessant’anni di inutile e dannosa autonomia.

La saluto cordialmente.

Controcorrente