Le parole dell’assessore regionale alla sanità Pier Carmelo Russo circa il futuro del reparto di Ostetricia non spaventano l’amministrazione comunale. “Opporremo ugualmente ricorso al Tar – dichiara il vicesindaco Giuseppe Arnone – convinti come siamo che il tribunale amministrativo regionale ci darà ragione! L’assessore Russo, intervenendo alcuni giorni fa a Palma di Montechiaro aveva dichiarato che il punto nascite di Licata chiuderà nel mese di ottobre, a conferma di quanto già contenuto nel decreto firmato alcune settimane fa.
L’amministrazione comunale ha invece più volte ribadito la necessità che il punto nascite del San Giacomo D’Altopasso rimanga aperto per garantire una migliore assistenza alle puerpere di Licata e Palma di Montechiaro. “andremo avanti – assicura Arnone – abbiamo deciso di non lasciare nulla di intentato e dimostreremo, carte alla mano, che il reparto di Ostetricia ha i numeri per potere raggiungere l’obiettivo minimo dei cinquecento parti l’anno e che sarebbe uno scandalo chiuderlo”. Russo ha confermato invece che in provincia rimarranno aperti i soli reparti nascita di Canicattì, Agrigento e Sciacca. La tesi che vorrebbe il reparto di Licata resistere alla scure dei tagli è incoraggiata dai dati del 2011, con un trend nettamente in ripresa rispetto al passato, le puerpere palmesi sono tornate a partorire nel nosocomio di Contrada Cannavecchia, e anche le licatesi hanno scelto di rimanere a Licata piuttosto di spostarsi in altri ospedali dell’Hinterland. Frutto di una rinnovata spinta nella gestione del reparto e delle risorse umane in essa presenti. Nelle scorse settimane è saltato l’atteso incontro tra l’amministrazione comunale e il commissario dell’Asp Messina. Le parti avrebbero dovuto discutere proprio del destino del punto nascite del reparto Ostetricia di Licata. L’incontro è però saltato e il sindaco ha preferito prendere carta e penna per scrivere all’assessore Russo per conoscere le sorti del reparto. La risposta di Russo è arrivata, seppure indirettamente, nei giorni scorsi a Palma di Montechiaro e non è per nulla incoraggiante per le comunità interessate. Purtroppo, per evitare la chiusura tutto ciò potrebbe non bastare, nonostante gli sforzi di politici, associazioni e liberi cittadini. Le attenzioni si spostano adesso al prossimo quattro marzo, termine ultimo per presentare ricorso al Tar avverso le decisioni dell’assessorato regionale. Toccherà ad un giudice amministrativo decidere se i licatesi potranno mantenere intatto il diritto di nascere a Licata, all’interno del proprio ospedale o se, per la prima volta nella millenaria storia cittadina, questo diritto sarà negato definitivamente. Se invece il tar dovesse dare ragione a Palazzo di città si aprirebbe un precedente che potrebbe portare a ribaltare ogni decisione assunta dall’assessorato e che non sta mancando di generare malcontenti in tutta l’isola.
Fonte licatalive24.it