Nel mercato nazionale e internazionale, il vino siciliano vale un miliardo di euro su 9 miliardi complessivi. È l’unico settore in cui l’Isola contribuisce all’economia in proporzione superiore al rapporto abitanti-ricchezza. Un dato positivo, anche se la vitivinicoltura, come tutti gli altri comparti, risente della crisi finanziaria che da qualche anno ormai mette in ginocchio l’economia mondiale. E l’assessore alle Risorse agricole e alimentari, Dario Cartabellotta, ha annunciato che proprio oggi, al Vinitaly, è previsto una incontro con i rappresentanti di “Expò 2015” di Milano per sottoscrivere un accordo che vedrà la Sicilia protagonista nel sistema “bio-med” che avrà come co-protagonisti alcuni dei paesi più’ importanti del Nord Africa, a cominciare da Marocco, Tunisia ed Egitto. La firma dell’accordo è prevista a Palermo il prossimo 30 maggio.
“La Sicilia – ha sottolineato Cartabellotta – sarà protagonista del bio-med. Avremo la possibilità di offrire a mondo in un’unica grande vetrina i tre nostri fiori all’occhiello: agricoltura, turismo e beni culturali”. E sull’enoturismo intende proprio puntare la neo-assessore al Turismo, Michela Stancheris, presente al Vinitaly insieme all’assessore delle Attività produttive, Linda Vancheri.
Il Vinitaly di Verona è tradizionalmente la vetrina che ha consentito di fare conoscere al grande pubblico i vini siciliani e gli agricoltori che non offrono solo prodotti di grande qualità, ma raccontano anche la storia dei loro territori e delle civiltà che nei millenni si sono succedute. Molto seguita, in proposito, la proiezione del docu-film, “Il vino del figlio del re” della regista Lidia Rizzo.
Il “born Sicilia” è il tasto su cui l’assessore Cartabellotta ha parecchio, “perché la biodiversità è la garanzia della nostra unicità e che pertanto dobbiamo preservare per evitare di precipitare in un indistinto marchio che consente a tutti di definire i propri prodotti “vino siciliano” o “olio siciliano” solo perché’ confezionato sul nostro territorio, ma con materie prime provenienti da chissà dove. Sono regole europee che non ci piacciono e che devono essere cambiate attraverso una interlocuzione forte con il governo nazionale che continua a noni esserci”.
Madrina del padiglione siciliano di Vinitaly 2013, Giusy Buscemi, la giovanissima Miss Italia, che è di Menfi, nota per i suoi vini che Giusy ha raccontato di apprezzare. Essendo suo padre un vitivinicoltore, conosce anche la fatica dei campi e la gioia della vendemmia.
Le qualità del vino e dell’olio siciliano sono state illustrate dal noto nutrizionalista, Giorgio Calabrese, neo commissario straordinario dell’Irvos, che ha detto: “I consumatori devono essere educati al vino, specialmente quello siciliano. Non dobbiamo sostenere solo che è buono ma anche che fa bene. Infatti, devo fare battaglie quotidiane in favore del vino male quale rischia di passare solo il messaggio che contiene alcol. È forse l’unica bevanda che contiene alcol? E perché nessuno parla dei superalcolici? Il vino fa bene alla salute, consumato devono essere informati su cosa bevono”.
Marino Breganze, presidente di Banca Nuova, ma in questa occasione nella qualità di consigliere della Fiera di Verona, ha rilevato presenza siciliana al Vinitaly: 170 aziende, 2 mila etichette e «una Doc garanzia di qualità». Hanno dato il loro saluto anche il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, e il vicepresidente della commissione Attività produttive dell’Ars, Salvino Caputo.
L’imprenditrice Vinzia Novara ha commentato positivamente i propositi degli assessori Stancheris e Vancheri, “ma non dobbiamo perdere di vista la nostra diversita’ che ci rende unici al mondo. Noi non esportiamo solo vino, ma anche cultura. Contiamo sul l’assessore affinché i nostri progetti non restino sospesi”. Alla messinese Enza La Fauci è stato conferito il premio “Cangrande 2013”. Coltiva i suoi vigneti in terreni del Messinese, destinati ad aree edificabili.
Il sindaco di Marsala, Giulia Adamo, ha illustrato l’ambizioso programma che vede la sua città, per un anno intero, al centro dell’iniziativa “Marsala cuore del Mediterraneo”, dove il vino sarà il mattatore.
Ma non resteranno in secondo piano la storia, a cominciare dallo sbarco dei Mille, i beni culturali e il paesaggio. Infine, presentato il volume di Ina Modica “Speranze nate libere”, dove si parla di beni confiscati alla mafia, soprattutto terreni dove, grazie a cooperative di giovani, si coltivano vigneti che danno vini di orari a qualità.