Canicattì protagonista nella 47° edizione del Vinitaly che si è svolta dal 7 al 10 di aprile. Numeri, da capogiro, per una manifestazione, che ha visto in tre giorni, la presenza di oltre 140 mila visitatori. Anche l’edizione appena conclusa, così come avvenuto in passato, ha confermato la qualità dei vini che vengono prodotti in provincia di Agrigento ed in particolare nell’area che da Canicattì, raggiunge Licata attraversando Campobello di Licata e Ravanusa.
Si tratta di una delle più importanti vetrine del settore vitivinicolo a livello mondiale, che permette davvero di far conoscere il proprio prodotto a buyer provenienti da tutto il mondo. Un Vinitaly positivo come commentano i rappresentanti delle aziende di questa zona della provincia di Agrigento, Giovanni Greco, Giuseppe Milazzo e Domenico Bonetta, Franco Giordano. Parecchi i contatti nuovi con operatori russi e brasiliani e quelli che sono stati consolidati.
«Molti gli operatori dalla Cina- ha dichiarato Giovanni Greco- speriamo che sia una opportunità per esportare in questo grande mercato dove la Sicilia e la provincia di Agrigento in particolare è ancora poco presente. Noi- aggiunge Greco- abbiamo consolidato i rapporti con i nostri buyer, ma siamo riusciti a completare contatti con altri paesi come ad esempio la Germania, la Danimarca, la Francia, mercati che ci interessavano, ma la Cina ci sta dando l’entusiasmo di cui abbiamo bisogno in questo momento per l’interesse mostrato nei confronti del nostro vino».
«Eventi come quello appena concluso- ha dichiarato Giuseppe Milazzo- ci danno un ottimo aiuto nella commercializzazione dei nostri prodotti. L’estero continua a tirare, molti i buyer giunti anche da Gran Bretagna, Svizzera, Centro ed Est Europa. Nonostante la crisi, la risposta degli operatori- ha aggiunto- è stata davvero importante e fan ben sperare per una ulteriore ripresa del mercato anche se la nostra azienda durante il 2012 ha fatto registrare un incremento nelle vendite sia in Italia che all’estero».
Al Vinitaly tra gli importatori era presente Edward Liu, specializzato in vino italiano con oltre 50 aziende in portafoglio: «Il vino siciliano piace- ha dichiarato- e l’apertura di molti ristoranti italiani in Cina può dare una mano alla sua diffusione. Servono però – ha concluso iniziative di promozione mirate».
Alla manifestazione era presente anche l’importatore russo Andrei Golovchenco, che rifornisce l’amministrazione russa ma anche distributori privati: «Ho assaggiato- ha detto- i vini di una cinquantina di cantine di mezza Italia, compresi quelli che provengono dalle vostre zone trovandoli di ottima qualità. Il mio obiettivo-ha concluso- era quello di raccogliere un portafoglio di 500- 600 vini italiani di tutte le fasce di prezzo».
Spazio in questa vetrina lo ha trovato anche il vino biologico che viene prodotto ad esempio a Ravanusa e Licata. Anche in questo caso si è parlato di un settore sempre più in espansione. «Nonostante la crisi- ha dichiarato l’enologo Gianni Giardina- dell’istituto regionale della vite e del vino che ha organizzato una serie di eventi per la Regione Siciliana, il vino sembra reggere. Il segreto – ha concluso Giardina- è quello del rapporto qualità prezzo. Ed a questo che le nostre aziende hanno lavorato negli anni, raggiungendo davvero un ottimo risultato».