Sono 335 gli eletti nelle nove Province siciliane che lasciano sedi e uffici, in base a quanto disposto da una circolare dell’assessore alle Autonomie locali, Patrizia Valenti, che ha fissato la scadenza degli organi elettivi in corrispondenza del termine del mandato quinquennale. Secondo le stime del governo l’abolizione degli organi elettivi comporterà un risparmio per le casse pubbliche di circa 50 milioni di euro. Intanto, la giunta Crocetta si appresta a nominare i commissari prefettizi (a Catania, Ragusa, Trapani e Caltanissetta sono già insediati) che gestiranno gli enti fino alla creazione dei liberi Consorzi, che, in base alla norma di scioglimento delle Province, dovranno essere istituiti entro il 31 dicembre di quest’anno. Il passaggio non è semplice. Il problema principale riguarda, il personale degli enti. Secondo l’Unione delle Province regionali (Urps), sarebbero a rischio gli stipendi, a partire da luglio. Nelle casse delle Province mancherebbero circa 80 milioni di euro, a causa dei tagli nei trasferimenti da parte dello Stato e della Regione. Il governo regionale sta definendo una manovra di assestamento del bilancio, tenendo invariato comunque i saldi. Della questione, il governatore Rosario Crocetta ne ha discusso l’altro ieri con il premier Enrico Letta. “Il personale stia tranquillo, non si perderà un solo posto di lavoro”, assicura il presidente della Regione. Un comitato dei saggi sta intanto lavorando al nuovo testo di legge per la creazione dei liberi Consorzi.