Premetto che nel redigere questo editoriale non voglio puntare il dito contro nessuno o peggio ancora ergermi a cittadino modello poiché , anche a me, è capitato di parcheggiare in doppia fila ma avendo cura però, di non chiudere l’auto a chiave e di sostare solo un paio di minuti. Fatta questa breve ma doverosa premessa, voglio evidenziare che il fenomeno del parcheggio in doppia fila , sta diventando un comportamento così diffuso da risultare naturale a chi lo pratica.
Bene: la doppia fila, anche dalle nostre parti, come nel resto d’Italia, è ormai endemica. La doppia fila è dentro di noi. La campagna di multe potrà scatenare le ire degli automobilisti ma non credo rimuoverà una convinzione che fa parte del nostro inconscio di guidatori: che parcheggiare in doppia fila è normale.
Per non essere costretti ad aspettare i comodi altrui quasi nessuno parcheggia più in prima fila, negli spazi regolari, che così restano vuoti, ma tutti piazzano la macchina direttamente in seconda fila, per non rimanere bloccati da quella che non è più neppure avvertita come una maleducazione civica, ma come una normalità.
Il risultato: le auto che trovano posto sono lo stesso numero di quelle che lo troverebbero regolarmente nelle strisce; però ora sono tutti in divieto di sosta. L’inciviltà di qualcuno produce l’inciviltà di tutti, nessuno ci guadagna, tutti rischiano una multa. Bella parabola, vero?
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