stop_trivellazioni_off-shoreLa Corte costituzionale ha dichiarato ammissibile il referendum sulle trivelle: il quesito riguarda la durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate. A proporlo sono nove Consigli regionali. Questo stesso quesito era già stato dichiarato ammissibile dalla Cassazione.

I quesiti referendari proposti erano in tutto sei. In un primo tempo l’Ufficio centrale presso la Corte di Cassazione li aveva accolti tutti. Ma il governo ha introdotto una serie di norme nella legge di stabilità che hanno messo mano alla materia, ribadendo il divieto di trivellazioni entro le 12 miglia mare.


La Cassazione ha dovuto quindi nuovamente valutare i referendum e a quel punto ne ha ritenuto ammissibile solo uno, il sesto: il quesito riguarda nello specifico la norma che prevede che i permessi e le concessioni già rilasciati abbiano la “durata della vita utile del giacimento”.

Oggi c’è stato l’esame della Corte costituzionale, che pure ha ritenuto ammissibile solo questo referendum, per l’abrogazione della norma. In un primo tempo le Regioni promotrici erano dieci, ma nei giorni scorsi l’Abruzzo ha scelto una diversa strategia e ha abbandonato la campagna referendaria.

“Finalmente sarà data voce agli italiani”, affermano i 14 deputati regionali siciliani del Movimento 5 stelle che in questi anni “hanno intrapreso una vera e propria battaglia per fermare lo scempio dei mari e delle coste; e così hanno organizzato manifestazioni pubbliche, presentato numerosi atti parlamentari, ottenuto l’aumento delle royalties, e in ultimo hanno portato all’Ars la proposta referendaria, bocciata però dalla stessa maggioranza di governo”.

“A far giustizia adesso – dice il parlamentare del M5s Giampiero Trizzino, presidente della commissione Ambiente fino a pochi mesi fa – ci hanno pensato i nove Consigli regionali (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) che, invece, sono riusciti a portare avanti la proposta dei quesiti. Ed oggi l’ok definitivo della Corte, e dunque il referendum si farà”.

Il M5S si dice pronto “a sostenere la campagna referendaria che dovrà portare gli italiani a decidere tra pochi mesi su un tema importante e sensibile quanto quello dell’energia nucleare. Le alternative alle fonti fossili esistono e non sono un’utopia”.