nocera-braccoSabato 26 novembre nella sala conferenze del palazzo Giardina-La Lomia, è stato presentato il romanzo “Le ragioni del fuco” di Salvatore Nocera Bracco, ospite d’onore della serata il Professore Rino Caputo, Ordinario di letteratura Italiana presso l’Università Tor Vergata di Roma che ha curato la prefazione del libro. Ha moderato i lavori la Professoressa Mariza  Rusignolo, docente di materie letterarie al Liceo Scientifico “Sciascia” di Canicattì, presente anche l’assessore alla cultura Professoressa Katia Farrauto. Salvatore Nocera Bracco, è un artista poliedrico ,  scrittore, cantante, musicista, attore ma è forse la sua professione di medico, a contatto con il disagio e la sofferenza, che gli ha fatto maturare una visione diversa dell’altro, senza pregiudizi ,  capace di indagare i meandri dell’animo umano in maniera nuda e schietta. In tutte le sue produzioni artistiche ha toccato temi profondi come quello dell’emarginazione e dell’esclusione.

Ed è proprio questo il tema del romanzo ”Le ragioni del fuco”  che narra la storia di Augusto, logorato e inerte sulla sua sedia a rotelle, guardando da lontano l’eucalipto in fondo al suo giardino, ripete i soliti discorsi imbalsamati e a volte spietati sul suo passato e sul suo presente. Ad ascoltarlo c’è Adele, sempre lei, donna avvenente e a volte svagata, in una parvenza di normalità ormai dimenticata da tempo. Augusto, più che ricordare, vive nel presente il suo passato: gli anni della contestazione giovanile, l’incidente, le amicizie. Non è Augusto a riportare a galla i ricordi, sono loro che gli fanno visita; vagano nella sua memoria frammentata, ricostruendola attraverso una serie di voci frastornanti che giornalmente lo ossessionano: sono quelle di Alfredo, di Alma, di Ludovico e di Andrea, amici ormai lontani ma costantemente presenti. Intanto sotto al gigantesco eucalipto, a qualche decina di metri di distanza, le api ronzano e fanno il miele. I fuchi, inutili dopo le nozze volanti, vengono cacciati via. È il preludio di una morte imminente.

 Il Professore Caputo ha sottolineato come nell’opera ci siano tante contaminazioni di scrittori del Novecento che Salvatore Nocera Bracco ha saputo reinterpretare in maniera originale inserendolo di diritto tra gli autori più accreditati del nostro tempo.

La serata si è svolta tra riflessioni,  letture di pagine significative del libro che hanno aperto un dibattito tra i presenti su alcuni dei grandi interrogativi esistenziali come per esempio la percezione che hanno gli altri  della nostra vera  identità e musica live, eseguita  dallo stesso artista che è riuscito ad incantare il pubblico con la sua voce inconfondibile.

Un bel libro,  da leggere tutto d’un fiato e che vi consigliamo vivamente.