E’ assolutamente condivisibile che si convochi l’osservatorio sulla legalità e sicurezza, sui fatti incresciosi accaduti alla scuola di Padre Gioacchino, ma è altrettanto incomprensibile che sul caso dei pozzi di Canicattì vi sia un silenzio assordante da parte di chi invece dovrebbe porre delle domande. E così abbiamo pensato bene di suggerirne un po’ noi di domande… chissà che non si decida di convocare qualcosa anche in questo caso….. Forse, qualcuno si deciderà a rispondere. Noi a scopo preventivo ne abbiamo collezionato un bel po’. Siamo disponibili ad avere chiunque ne abbia titolo e sia in grado di rispondere a queste domande ospite in una delle nostre trasmissioni. Diamo egli possibilità di scelta, per spiegare carte alla mano, cosa è realmente accaduto a proposito del pozzo di contrada Gulfi e degli altri 4 pozzi dei quali è stata data autorizzazione all’utilizzo ( perché è stata data l’autorizzazione all’utilizzo o no?). Noi siamo ben disposti a mettere a disposizione tutto lo spazio necessario. Siamo certi che queste stesse domande coincidono con ciò che si chiede la popolazione canicattinese e magari anche gli organi inquirenti intervenuti.
Ventisette domande sui pozzi contrada Gulfi e sugli altri 4 pozzi
- Dove si trova il pozzo il cui codice identificativo è 19AG00G0030P003 in contrada Gulfi o in Via Portella della Ginestra accanto la Chiesa?
- I pozzi di contrada Gulfi, di capo d’acqua , di Via Savuco, di via vitt. Emanuele, via D’Acquisto sono quelli individuati nel DPR come Risorse vincolate ai sensi del D.P.R. 11 marzo 1968, n. 1090 e D.Lgs 152/06 come affermato dalla società a cui sono stati affidati o no?
- Perché di 4 risorse idriche vincolate e censite nel piano regolatore generale delle acque ( Pozzo Faro, Pozzo Alaimo, Pozzo la Marca, Pozzo Pantano) COME PREVISTO DAL P.R. 11 marzo 1968, n. 1090 e D.Lgs 152/06 e come citato dall’azienda a cui sono stati affidati i pozzi, non ne viene utilizzata neanche una , mentre si sono utilizzati pozzi non facenti parte di tale risorse vincolate ( contrada Gulfi, di capo d’acqua , di Via Savuco, di via vitt. Emanuele, via D’Acquisto)?
- Tutta l’acqua tirata in tutti questi mesi da questi cinque pozzi dove è andata a finire? Vi è una documentazione come previsto da legge che attesti che sia stata buttata nella rete fognante o destinata ad altro ? E’ stata analizzata l’acqua , come è logico che si faccia, prima di estrarne cotanta quantità?
- Vi sono documenti che attestano l’analisi delle acque dei pozzi citati quindi la loro idoneità alla potabilizzazione? E se ci sono perché non sono resi pubblici ?E se non ci sono, che senso ha tirare acqua , fare prove di tiraggio per poi scoprire che l’acqua non è utilizzabile? Perché non è stata resa pubblica tutta la documentazione , magari pubblicandola sul sito del comune. E poi perché la stessa documentazione non la si è data a coloro che hanno fatto richiesta di accesso agli atti?
- E’ stato dichiarato che “il Pozzo di contrada Gulfi in precedenza era già stato utilizzato come unica fonte di approvvigionamento idrico della città”. Ci sono documenti che attestano la veridicità di questa dichiarazione?
- In realtà sembra che l’acqua di quel pozzo non sia mai stata utilizzata in nessuna occasione perché l’eventuale potabilizzazione date le caratteristiche dell’acqua emunta sarebbe risultata troppo onerosa. Avete documentazione che attestano il contrario e quindi l’utilizzo e l’immissione in passato nella rete idrica cittadina dell’acqua di quel pozzo?
- Può il comune dare la disponibilità e l’uso dei pozzi in oggetto al fine di attingere acqua ad uso potabile per l’approvvigionamento idrico dello stesso? Il comune è proprietario di quelle riserve idriche cioè può autorizzare una società privata ad attingere acqua da quelle riserve?
- Il problema della turnazione è dovuto a una carenza idrica da addebitare a periodi di siccità o eventi straordinari o ad altri fattori che possono fare determinare da parte della Regione, uno stato di emergenza, o è determinata dalla ridotta capacità di approvvigionamento presso il loro principale fornitore della Società che dovrebbe fornire il servizio ?
- Perché immediatamente dopo la pubblicazione del nostro reportage sono state staccate le pompe e fermati i contatori? Perché in contrada Capo d’acqua non vi è presenza di contatori pur essendo stata emunta acqua? Vi è una documentazione che testimoni l’attività svolta in questi 5 pozzi, l’acqua emunta, foto di contatori, certificazioni, analisi delle acque e quant’altro riguardi l’utilizzo e l’uso che si è fatto di queste fonti?
- Perché poche ore prima della pubblicazione del nostro reportage (reportage che era stato comunque visionato in anteprima da alcuni addetti ai lavori) è stato il chiuso il serbatoio di “ Madonna della Rocca” da parte dell’ASP perché ha riscontrato lo sforamento delle normative vigenti limitatamente alla torbidità dell’acqua ? Può questa essere una strana coincidenza che merita di essere attenzionata?
- Perché piuttosto che il Sindaco , nella qualità di autorità sanitaria locale come prevede la norma , il comunicato dell’ASP è stato diffuso solamente dalla stessa società a cui sono stati affidati i pozzi?
- Perché sono passati oltre 15 giorni prima di informare le forze dell’ordine per eventualmente realizzare un immediato sopraluogo presso i cantieri?
- Perché un cantiere chiuso l’8 di Agosto continuava a essere aperto e in funzione con pompe che tiravano e contatori che giravano?
- Perché a cantiere chiuso, dopo il servizio pubblicato si sono visti ritornare gli operai della società ( 5/6 dic 2017) presso un cantiere chiuso e riconsegnato l’8 di agosto? Vi è una autorizzazione in quella data da parte del comune o del Genio civile che autorizza gli operai ad operare presso quel cantiere che era stato, ricordiamo, consegnato l’8 di agosto?
- E’ verosimile che oltre 70 milioni di litri d’acqua (solo di un pozzo, ) siano stati immessi nella fognatura? Sono stati controllati i contatori volumetrici di accesso al serbatoio di “ madonna della Rocca”? Sono stati controllati i contatori della corrente elettrica? Vi sono verbali che attestano l’immissione di cotanta acqua presso le fognature cittadine? Nell’immettere tutta questa quantità di acqua presso la rete fognante si è tenuto conto delle disposizioni di legge – LEGGE REGIONALE N. 27 DEL 15-05-1986 e relative modifiche?
- E’ stato attenzionato l’atto protocollo N° 22310 del 26 maggio 2017, è stato cioè letto il suo contenuto da chi ne ha avuto copia per conoscenza? E’ esatto che con quell’atto il Comune di Canicattì concede la disponibilità e l’uso delle aree e dei pozzi esistenti? Può il comune di Canicattì autorizzare l’utilizzo dei pozzi?
- Ci si è chiesti perché la stessa operazione di prelevamento dell’acqua effettuata presso il nostro comune , in altri comuni limitrofi è stata immediatamente bloccata?
- Allo stato vi è una istanza presentata dal gestore prima di procedere al tiraggio dell’acqua dai pozzi presso L’ASP per acquisire il giudizio di idoneità? Vi è una documentazione che attesta i prelievi dei campioni finalizzati all’ottenimento di tale giudizio di idoneità come previsto da legge?
- Vi è traccia della documentazione da allegare all’istanza del giudizio di idoneità facente riferimento alle autorizzazioni , concessioni e sfruttamento della risorsa idrica ai sensi del R.D 11/12/1933 n.1775 e successive integrazioni? Vi è una relazione tecnica sulle finalità e sulle varie fasi operative del progetto? Vi è una corografia relativa all’intera rete acquedottistica interessata? Vi è uno studio idrologico e idrogeologico completo delle aree interessate comprendente la valutazione dell’equilibrio del corpo idrico ( superficiale o sotterraneo che sia) con quelli attigui e eventuali rischi derivanti da eventuali depressioni e depauperamenti provocati dalla captazione delle acque? Vi è uno studio contenente tutte le informazioni necessarie alla protezione statica e dinamica delle zone interessate come previsto dall’art 94 comma 1 del decreto legislativo n° 152/06 e dell’accordo del 12/12/2002 tra lo Stato, le regioni e le province autonome? Vi sono planimetrie con la localizzazione degli impianti di acquedotto; opere di attingimento, di trasporto, di raccolta, di trattamento e di distribuzione fino ai rami terminali della rete? Ed infine la certificazione di idoneità dei materiali destinati al contatto con l’acqua?
- Quali e come sono stati quantificati i vantaggi che ne avrebbe tratto la popolazione da un “diciamo” eventuale emungimento dell’acqua? Vi sono documenti che attestano questo rapporto contrattuale e tutte le clausole annesse? Può un soggetto pubblico ( il comune di Canicattì) chiedere un non specificato “ aiuto” a un soggetto privato( una s.p.a) senza che questo rapporto sia regolamentato da un contratto o documentazione equipollente?
- Cosa significa che “una volta valutato il potenziale e finita la parte gestionale, inizierà la parte politica della gestione che significherà curare i rapporti con girgenti acque e le modalità di erogazione dell’acqua”? Può un soggetto pubblico intraprendere rapporti “politici” con un soggetto privato? Può un rapporto politico rientrare in un documento contrattuale a norma di legge?
- Se è stato palesemente detto che non stavano tirando acqua in contrada Gulfi , quando ci si è visti sconfessare da prove video incontrovertibili , perché non ci si è preoccupati di approfondire immediatamente la faccenda? Perché non si è fatta richiesta dell’accertamento dell’acqua emunta chiedendo il sequestro in via precauzionale del contatore dell’acqua estratta e del contatore della corrente elettrica? Perchè la richiesta diciamo “di chiarimenti” alla società è stata chiesta solo 5 giorni dopo la pubblicazione del servizio? E poi che senso ha chiedere chiarimenti direttamente alla Società interessata al controllo? E che tipo di chiarimenti sono stati chiesti? Perché dei chiarimenti richiesti non si è fatta relativa pubblicazione?
- Le analisi dell’ARPA che esito hanno dato ? Perché non si comunicano gli esiti alla popolazione? Nell’improbabile caso si trattasse di acqua potabile, da chi verrebbe pagata, dato che è stata immessa ( come dicono ) nelle fogne? E anche nel caso in cui si trattasse di acqua non potabile chi pagherebbe il costo di questa enorme quantità di acqua che poteva comunque essere utilizzata per altri scopi? E comunque sia, da chi sono stati pagati i costi per lo smaltimento in fogna?
- Sono state prodotte alle autorità inquirenti ma anche al Comune di Canicattì le autorizzazioni del Genio civile, gli esami dell’ARPA e i rapporti dell’ASP?
- Perché è stato fatto un comunicato dove sembrava dire che i carabinieri dei Nas hanno trovato tutto regolare, quando invece i militari dell’Arma hanno giustamente acquisito documenti e dichiarazioni da parte di alcuni responsabili al fine di vagliarli e analizzarli con i tempi e i modi che prevede una complessa attività investigativa?
- Perché oltre quel timido comunicato , non vi è stata una conferenza stampa da parte dei soggetti interessati, in questo caso l’amministrazione in carica e la società a cui sono state date le autorizzazioni, al fine di potere chiarire quanto è accaduto nei cinque pozzi di Canicattì?
Per coloro i quali ritengono di essere soggetti chiamati in causa da queste nostre domande , e volessero dare lumi a tal proposito, o ritengono di essere i soggetti più idonei a fornire risposte alle domande in oggetto, la nostra testata sarà ben lieta di dare loro tutto lo spazio necessario nelle forme che meglio ritengono, cioè attraverso comunicati scritti o attraverso video interviste o eventuali spazi autogestiti gratuiti . Qualsiasi eventuale delucidazione non sarà sottoposta ad alcun filtro preventivo e verrà messa on line a disposizione dei lettori, in versione integrale.
Cesare Sciabarrà