«La data odierna segna una vittoria epocale nella storia sindacale della
Polizia di Stato. Il Consiglio di Stato, Sezione Seconda Giurisdizionale,
rigettando l’appello proposto dall’Avvocatura di Stato, ha confermato la
sentenza del Tar Lazio dello scorso anno che aveva accertato l’illegittimità
della previsione che sottoponeva la rappresentatività sindacale, acquisita
dalle organizzazioni cosiddette minoritarie mediante adesione a una
confederazione, all’attribuzione delle trattenute sindacali dei nostri
iscritti al codice unico di federazione, così privandoci del patrimonio
facente capo alle nostre tessere, a tutto vantaggio dei sindacati
maggioritari» Così Fabio Conestà, Segretario Generale del Movimento
Sindacale Autonomo di Polizia (Mosap) e Antonino Alletto Segretario generale
del Movimento dei Poliziotti Democratici e Rifomristi . «Parliamo di
sindacati – proseguono i due leader – che, sebbene maggioritari, contano
nella Capitale circa 600 tessere, a voler essere generosi, a fronte delle
migliaia delle nostre. Sono andati per colpirci, ma è stato un clamoroso
autogol».

Il ricorso è stato presentato dal MOSAP e da MP (Movimento dei Poliziotti
Democratici e Riformisti) con il patrocinio degli avvocati Michele Mammone e
Roberto Colagrande, che hanno difeso le sigle sindacali anche davanti al
Consiglio di Stato.

«Costituisce motivo di grande orgoglio leggere che il massimo Organo della
giustizia amministrativa ha condiviso le nostre argomentazioni, portate
avverso un accordo sindacale destinato a danneggiare del tutto
irragionevolmente i sindacati c.d. minori, confermando la legittimità della
prassi ultraventennale dei sotto-codici che ha consentito alle nostre realtà
di esistere e di acquisire la dovuta rappresentatività, a tutela degli
interessi dei lavoratori e delle lavoratrici della Polizia di Stato – è
l’ulteriore commento unanime di Fabio Conestà (Mosap) e Antonino Alletto
(MP) – Ringraziamo nuovamente gli avvocati Michele Mammone e Roberto
Colagrande che ci hanno accompagnato in questa battaglia, che ci ha visti
contrapposti non solo alla parte pubblica ma principalmente ai sindacati
maggiormente rappresentativi, e che infine ha visto prevalere le ragioni
della giustizia e della tutela della libertà sindacale, con particolare
riguardo al fondamentale rapporto tra organizzazione sindacale e singolo
iscritto».