A rischio dal 30 settembre l’erogazione di servizi importanti per il benessere dei più fragili. Si tratta dei servizi socio sanitari che ogni distretto sanitario (sono 10 in provincia di Palermo) programma con le associazioni degli utenti, i sindacati, il terzo settore e con le Asp in favore delle famiglie, degli anziani, dei minori, dei soggetti fragili e dei disabili.

A lanciare l’allarme è la Cgil, che nei giorni scorsi ha partecipato con la Camera del Lavoro Zonale di Termini Imerese e il dipartimento contrattazione sociale territoriale Cgil Palermo a un incontro con l’assessora alle politiche sociali del Comune di Termini Imerese, Maria Concetta Buttà. Presente anche Francesco Lucchesi della segreteria regionale Cgil Sicilia


A rischiare di bloccare gli interventi socio sanitari previsti dai piani di zona, è il cronico ritardo dei distretti socio sanitari della Sicilia nella capacità di spesa delle risorse destinate dal fondo nazionale politiche sociali, in alcuni casi risalenti al 2014, e da altri fondi.

Per colpa dei ritardi, la Regione Sicilia non può erogare le risorse di ciascuna annualità del fondo perché occorre la rendicontazione, da parte degli ambiti territoriali, dell’effettivo utilizzo su base regionale di almeno il 75 per cento delle risorse dell’annualità 2019.

“Quindi i distretti socio sanitari virtuosi – dice la Cgil – si vedranno negate le somme della programmazione 2022/2024, a causa della incapacità di spesa dei distretti meno virtuosi”.

Si tratta, per il sindacato, del colpo di grazia all’autonomia dei distretti socio sanitari, già in sofferenza per un sistema di assegnazione delle risorse decisa dal ministero in base alla spesa storica per i servizi e non delle esigenze emerse dall’ascolto dei bisogni sociali del territorio. Tra gli esempi: il continuo diminuire delle risorse per gli anziani inversamente proporzionale al numero sempre crescente della popolazione ultra 67enne, oppure l’assoluta mancanza di risorse per la tossicodipendenza o la disabilità psichica.

Del rischio del blocco dei servizi si è discusso con l’amministrazione comunale di Termini, capofila del distretto 37, esempio di distretto “virtuoso”.

“Abbiamo riscontrato grande sensibilità da parte dell’amministrazione del Comune di Termini Imerese. Un distretto virtuoso che, dopo anni di commissariamento ha rimesso in moto la macchina del sociale e riattivato il confronto con la rete di protezione e inclusione sociale di cui facciamo parte – dichiara Laura Di Martino, responsabile Camera del Lavoro zonale Termini Imerese – Dall’incontro è emerso che il Comune ha programmato, speso e rendicontato nei giusti tempi tutti i finanziamenti erogati da regione e ministero. Riteniamo che i servizi alle persone non possono correre il rischio di essere bloccati per questioni burocratiche”.

“Purtroppo si avverano le criticità che abbiamo denunciato durante la contrattazione sociale nei 10 distretti socio sanitari della provincia di Palermo- dichiara Giuseppe Guarcello, responsabile dipartimento contrattazione sociale territoriale Cgil Palermo, dispiace che non tutte le amministrazioni comunali abbiano colto la gravità della situazione: dovrebbero essere a fianco della parte più svantaggiata dei cittadini e essere i primi a denunciare il rischio del blocco della spesa sociale. Il rischio che corrono i tanti cittadini fragili del territorio siciliano e della provincia di Palermo è quello che al 30 settembre 2025 si vedano interrotti servizi importanti per il loro benessere, in alcuni casi fondamentali per la loro sussistenza pensiamo per esempio al così detto “Dopo di noi”, che mira a sostenere le persone con disabilità grave nel loro percorso di vita autonoma, specialmente dopo la scomparsa dei genitori o familiari che li assistono. Si sveglino dal torpore, magari scossi dal rischio di un commissariamento. E si uniscano alle lotte che il sindacato ha portato avanti in questi anni, spesso in solitudine”.

La Cgil Sicilia, alla luce di quanto emerso, ribadisce la richiesta di “un radicale cambio di rotta da parte del governo regionale”, in merito alle politiche sociali messe in campo.

“La necessità è che si avvii un confronto strutturale sul tema delle risorse per le politiche sociali, a partire dai fondi a disposizione dei distretti socio sanitari. Non è tollerabile – dichiara Francesco Lucchesi, della segreteria regionale Cgil Sicili – che i distretti virtuosi debbano interrompere i servizi finora erogati ai soggetti più fragili, perché complessivamente non si sono raggiunti i parametri stabiliti a livello nazionale. A pagarne le conseguenze saranno sempre i più bisognosi mentre la classe politica regionale si limita ad assistere inerme rispetto a quanto da tempo denunciato dalla Cgil”.

“Adesso la nostra forte preoccupazione – aggiunge Lucchesi – è che lo stesso blocco si possa verificare anche su altre fonti di finanziamento come ad esempio il fondo povertà. Per questo sollecitiamo il governo regionale a convocarci al fine di trovare le soluzioni utili alla risoluzione dei problemi esposti”.