Un nuovo ricorso scuote il congresso dei giovani: una parte del Partito si tira indietro!
In vista del congresso regionale dei Giovani Democratici della Sicilia, previsto per Domenica 27
Luglio, abbiamo scelto con fermezza di non partecipare ad un evento macchiato da gravi presunte
irregolarità che ne compromettono la legittimità politica e regolamentare.
È inaccettabile apprendere che un membro della Commissione Congressuale ha presentato un
ricorso formale agli organismi competenti, denunciando le numerose criticità che hanno
contrassegnato questo cammino congressuale.
Questo atto non è solo necessario, ma rappresenta un gesto di responsabilità verso una gestione
che ha mostrato faziosità, violazioni regolamentari e gravi squilibri democratici.
Le anomalie emerse sollevano interrogativi inquietanti sulla legittimità delle candidature presentate
e sulla mancanza di imparzialità dei membri della commissione, in particolare del Presidente.
La situazione è aggravata dal taglio ingiustificato delle tessere a decine di giovani regolarmente
iscritti, privati del loro diritto di partecipare e di esprimere le proprie opinioni all’interno
dell’organizzazione.
Un fatto che da solo basterebbe ad invalidare qualsiasi pretesa di rappresentanza.
È stato costruito un congresso blindato, dove i numeri sono stati predeterminati, le voci scomode
silenziate ed emarginate, e ogni forma di dissenso neutralizzata.
È ipocrita continuare a parlare di inclusione e rinnovamento mentre si consolida un modello chiuso
e autoreferenziale, che ignora territori, sensibilità politiche e generazioni di militanti che hanno
dedicato tempo, energie e passione a questo progetto.
Chi oggi celebra questo congresso come una festa della democrazia sa perfettamente che molti
sono stati esclusi senza alcuna giustificazione.
Sa che questo percorso ha escluso, selezionato, limitato e non certo valorizzato la pluralità.
Ma il problema non si limita ai Giovani Democratici: è il Partito Democratico nel suo complesso a
dover interrogarsi.
Un’organizzazione giovanile svuotata del suo ruolo, ridotta a strumento di equilibri interni e potere
personale, non rappresenta il futuro, ma lo allontana.
Noi crediamo in una politica aperta, conflittuale e vitale.
Crediamo che il rispetto delle regole sia il primo mattone di una comunità politica seria.
Per questo abbiamo scelto di non legittimare con la nostra presenza un congresso che ha già
perso, ancor prima di iniziare, ogni credibilità democratica.
Non ci ritiriamo: ci opponiamo. Con fermezza. Con dignità. Con una battaglia politica che non
finisce qui.
Perché senza trasparenza, senza chiarezza, senza partecipazione e pluralismo, non c’è politica.
C’è solo personalismo. E noi non ci stiamo.
Firmatari
Gennusa Giorgio
Cino Davide
Ciotta Sergio Calogero
Milisenda Giovanni
Vergottini Carlo
Urso Martina
Russo Giorgia
Pumilia Adele Nevinia
Gulisano Serena
Quagliano Valerio
Vassalli Theo Thomas
Giunta Francesco