“Nonostante per il secondo anno di seguito la Regione siciliana abbia emanato l’ordinanza che limita le attività edili e affini durante le alte temperature, se fino all’anno scorso il fatto rappresentava una novità, quest’anno la novità è stata già ridimensionata e registriamo la totale disapplicazione dell’ordinanza”.
A denunciarlo è il segretario generale della Fillea Cgil Palermo, Piero Ceraulo. Il sindacato degli edili in questi giorni di allarme rosso ha registrato le segnalazioni allarmate di tanti operai al lavoro sotto l’afa nei cantieri edili di Palermo e della provincia, che denunciano il mancato rispetto dell’ordinanza e del testo unico sulla sicurezza.
E per questo la Cgil e la Fillea, che da diversi anni si sono intestate le battaglia in diversi ambiti per la sicurezza e tutela dei lavoratori, chiedono maggiori attenzioni da parte di tutti gli enti e più sensibilizzazione da parte delle associazioni datoriali, che dovrebbero fare in modo che le imprese del comparto applichino le normative.
“Malgrado il caldo torrido, gli operai edili hanno continuato imperterriti a lavorare. Ma non per dolo del lavoratore ma perché le imprese continuano a intimidire e a minacciare gli operai chiedendo di lavorare senza se e senza ma – prosegue Ceraulo – Se c’è l’esigenza, ti metti all’ombra cinque minuti, ti bagni la testa e puoi riprendere il tuo lavoro. Questa è l’organizzazione nei cantieri di Palermo. Denota l’idea che prima di tutto viene il profitto, che si devono consegnare i lavori in barba alle ordinanze e alla salute e sicurezza dei lavoratori”.
“Si sta di fatto continuano a lavorare così ignorando l’ordinanza – prosegue Ceraulo – E questo accade nel privato ma anche dove c’è presenza del pubblico. Negli appalti delle ferrovie, in cui la stazione appaltante è Italferr, stiamo provando a ragionare e stiamo decidendo di rimodulare l’orario di lavoro. Anche nei cantieri della viabilità dell’Anas, si procede senza alcuno stop facendo scudo sul tema della pubblica utilità. Possiamo anche capire quest’esigenza ma non accettiamo che di fronte a un rischio per la salute le stazioni appaltanti non vigilino a loro volta per la piena applicazioni delle normative, che prevedono spazi per il ristoro e delle pause. E che non si tenga conto delle condizioni disumane in cui i lavoratori delle strade sono costretti a operare: il calore assorbito dal manto stradale fa sì che le temperature percepite siano superiori ai 45 gradi. Sono condizioni lesive: nel caso in cui dovesse accadere qualche infortunio, noi siamo pronti a denunciare i responsabili, sia pubblici che privati”.
La Fillea Cgil si associa alla proposta lanciata in questi giorni dal comitato consultivo di Palermo dell’Inail, che ha chiesto alla Prefettura di attivarsi, chiamando a raccolta gli enti preposti e tutti i soggetti interessati, per garantire un monitoraggio dei cantieri in corso. E lancia l’appello a tutte le stazioni appaltanti pubbliche, tra cui anche i comuni, la Città metropolitana e l’Università.
“Chiediamo che venga messa subito a disposizione una task force sul territorio per controllare l’applicazione dell’ordinanza in determinate condizioni climatiche – spiega il segretario Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo – Non possiamo solo noi sindacati coprire e controllare quello che accade in tutta la la provincia, non ci possiamo sostituire alle forze ordine per segnalare, denunciare e chiedere un intervento. Anche perché non siamo presenti in tutti i cantieri. Quanto costa fermare le lavorazioni per un paio d’ore, attivando la cassa integrazione? Sapete quanto incide per un’impresa? Nulla. L’unico che può averne un danno è solo il lavoratore, al quale saranno pagate due ore all’80 per cento. Se non esiste un problema economico per le imprese, perché non si devono utilizzare gli ammortizzatori sociali. Le imprese temono sanzioni per i ritardi? Siamo ad agosto: il problema è ritardare un paio di settimane? Non si tratta in realtà di un problema economico: dal nostro punto di vista manca la volontà politica di fermare questo andazzo”.