La CNA da tempo è impegnata a favore degli artigiani e delle piccole imprese per riavviare con successo il circuito virtuoso consumi-risparmi-investimenti.

Ci sono tutti i presupposti,per portare avanti un ottimo lavoro e far crescere sempre più la consapevolezza di una categoria che, nell’ambito dello sviluppo economico locale, intende recitare un ruolo da protagonista .La CNA di Agrigento, rispetto ad un obiettivo di crescita generale ha costituito le Unioni di mestiere, cioè un sistema articolato di imprese appartenenti ad un settore che rivolgono la propria attività professionale a favore dello sviluppo imprenditoriale e delle comunità territoriali in cui esse operano L’obiettivo è fare in modo che le imprese artigiane e le PMI diventino sempre più imprese a rete e stringano accordi per riavviare un grande circuito produttivo e distributivo .Oggi tutto ciò e quanto mai attuale. Infatti da una importante ricerca economica da noi effettuata si rileva come le piccole e medie imprese sono state messe all’angolo; nel campo dell’occupazione il 30% ha effettuato licenziamenti;nel campo della produzione, ben il 72% del campione ha dichiarato di aver subito una riduzione nel fatturato; e nel settore finanziario il 55% delle PMI rinuncia a chieder finanziamenti; inoltre le banche sono sempre meno disponibili a fare credito .Continuiamo ad assistere alla assenza di una politica industriale che guardi ai problemi ed alle prospettive dell’artigianato e delle piccole e medie imprese, ai costi non solo propri ma anche impropri delle imprese ed in particolare quelle siciliane. Pensiamo ad esempio ai costi della burocrazia, della politica dell’illegalità e della mafia. La situazione inoltre è aggravata dal forte fenomeno del lavoro sommerso, soprattutto in un settore dell’economia quale quello dell’artigianato a forte incidenza di manodopera. Questa produzione nascosta è una ricchezza che restando sommersa, non si trasforma a sua volta in fonte di ricchezza pubblica e finisce per danneggiare tutti. Tuttavia bisogna distinguere le imprese che sono diventate abusive in quanto non sono riuscite a sorreggere la crisi, cioè a raggiungere il punto di pareggio aziendale con riferimento a costi, contributi ed imposte ed i pubblici dipendenti che fanno la doppia attività,cioè si trasformano in imprenditori o consulenti per una parte della giornata abusando anche della propria posizione.


Pertanto è necessario un intervento di tutti gli Organi preposti per debellare il gravoso fenomeno del sommerso sul territorio,che rappresenta tutt’oggi un costo collettivo per l’intera economia o come molti economisti lo definiscono una esternalità negativa.-

Riteniamo che il benessere collettivo va ricercato in nuovo sistema di ruoli, sia delle istituzioni che delle imprese.