L’altro ieri di prima matina sono andato in campagna che ho mezzo tummino di terra ad una banna che ci dicinu Calicò. Me lo lassò mio padre che aveva una chiusa di tre tummina e due munneddra e siccome eravamo sei figli alla spartuta mi è toccato questo (e mi finì pure bona perchè i miei fratelli e le mie sorelle dicono che è il pezzo più buono). Ci sono andato col mio amico Iachino che è pinzionato pure come me e siamo andati a cogliri fave, piselli, ciciri e un poco di cipollette. E pure un poco di sparaci che c’è un puntale pietroso che ci sono gli sparaci sarbaggi. Quest’anno le fave sono un poco tardì che Calicò è un punto di terra a tramontana, ma siccome ha chiuvutu assai c’è abbondanza e sono pure buone…

E poi me le preparo da solo: le metto nella pignateddra con un poco di cipolletta tagliata fina fina, un filo d’olio, sale e fuoco basso; e dopo che sono cuciuti le faccio a frittata e ci metto pure un poco di sparaci…

Una bella comodità, visto che stiamo passando mali tempi e sparagnare tanticchia di soldi di spisa fa comodo, dato che le tasse , la luce, il tilefono, la pinzina, e tutti cosi acchianano che è una vergogna…

Ma mentre tornavo di campagna e con Iachino si parlava di sparagno che ci sono mali tempi per tutti a lui stesso personalmente mi vinni in testa un atroce dubbio.

“Iachì” gli chiesi, “forse che fave ciciri e piselli che fanno sparagnare sordi fussiru come guadagnare col travaglio? E se fussi vero, bisogna andare all’ufficio di li tasse di li entrate e fare la dichiarazione di fave e ciciri? E li spàraci che nascinu serbaggi bisogna andare pure a pagare li tassi? Mio nonno mi raccontava sempre che “spàraci, babbaluci e fungi: spenni dinari assai, e nenti mangi… e ora magari le tasse ci devo pagare…”

“Antò” mi rispose Iachino “ io non ci avevo mai pinzato…certo che se le fave, i piselli, i ciciri e le altre cose te le devi comprare, e invece sparagni che te le fai tu, secondo me le tasse ce le devi pagare”.

Così siccome siamo tutti e due un poco preoccupati di tutti sti cose che cuntanu alla tivilisione di li tassi, con le sporti di plastica e due cascittine siamo andati all’ufficio di li tassi di le entrati per sapiri quanto si deve pagare per le fave, li ciciri e i piselli (e qualche cipolletta e gli sparaci sarbaggi).

Quanno siamo entrati, gli impiegati ci hanno guardato tutti con gli occhi storti – e non capiscio perchè… Forse perchè non c’avevano una vilanza e per calcolare le tasse di fave piselli ciciri (e qualche cipolletta e li sparaci) dovevano contarli a unu a unu?