Il governo Monti, come quello che lo ha preceduto, per uscire dalla crisi economica parte dal presupposto che bisogna ridurre il debito pubblico e per far ciò tocca aumentare le tasse, tagliare la spesa pubblica e licenziare quanti più lavoratori possibili nel pubblico impiego. Ma ogni punto di Irpef o di Iva che viene a mancare, ogni stipendio tagliato, ogni pensionato non sostituito sul lavoro si traduce direttamente in una riduzione del Pil (Prodotto Interno Lordo), producendo una riduzione delle entrate fiscali. Perché chi non consuma non paga l’Iva sugli acquisti, chi guadagna meno paga meno Irpef, mentre l’impresa che chiude non ne paga per niente e nemmeno i lavoratori licenziati. Si riduce così la crescita e di conseguenza aumenta il debito pubblico in relazione al Pil, motivo per cui anche le aspettative del “Mercato” sono negative. Siamo entrati in questa spirale infernale, come il cane che si morde la coda, nonostante professori e banchieri al governo che, ciò nonostante, continuano a varare manovre lacrime e sangue, promettendo che ognuna sarà l’ultima. Ma non sarà mai l’ultima, ormai l’Italia si sta avvitando in se stessa come un vortice senza fine, di fatti è già in preparazione un decreto legge che prevede un’altra stretta sui criteri per accedere a decine di servizi sociali, per estromettere totalmente o parzialmente molte persone che ne usufruiscono, modificando lo strumento dell’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente). Sempre in questi giorni, in Senato, è in discussione un provvedimento che prevede altre sottrazioni di 15.000 contratti a termine dei precari della scuola.
E cosa assai grave per l’istruzione, è che potrebbe passare anche il principio per cui 10.000 insegnanti di ruolo che hanno perso il posto a causa del duo Tremonti-Gelmini, potranno andare ad insegnare qualsiasi materia e in qualsiasi ordine di scuola, a prescindere dal ruolo della loro abilitazione. Accadrebbe che un insegnante di economia aziendale, per esempio, potrebbe insegnare geografia alle scuole medie anche senza abilitazione per quella materia, un professore di storia e filosofia insegnare latino etc. Con il solo risultato che i docenti precari, seppure in possesso della specializzazione, perderebbero il posto di lavoro definitivamente, mentre al loro posto insegnerebbero quanti di quelle materie non potrebbero saperne tanto. Sarebbe come affermare che d’ora in poi anche un pediatra, un medico condotto o un ortopedico possono operare al cuore o al cervello, perché tanto sono laureati in medicina. Ecco, se passa questo principio il mondo intero ci riderà dietro, allo stesso modo di come si sta facendo piangere un’Italia che si trascina al proprio funerale…In carriola.
Diceva Keynes che è meglio fare spalare la neve di sopra a sotto e viceversa, piuttosto che avere disoccupazione. Di fatti, come storia insegna, tagliare non è mai servito a crescere, perché è proprio nella crisi che bisogna spendere, altrimenti non se ne esce mai. E siccome le menti eccelse al governo navigano a ritroso mi viene in mente la vecchia teoria secondo la quale non c’è peggiore dittatura di quella bianca, perché invisibile. Sarà pure ad opera dei “poteri forti” – come li chiama Monti, ma non cambia un accidenti!

Salvatore Ferrara