I nostri geni sono un vero e proprio “manuale di istruzioni”che determina i limiti potenziali di ciascuno di noi. Ogni singolo organismo ha quindi un differente corredo genetico e di conseguenza capacità differenti di affrontare le sfide poste dall’ambiente esterno.

In particolare è documentato in letteratura come i geni possano presentarsi in differenti forme polimorfiche a cui corrispondano prodotti proteici diversi e con differente grado di attività.


In nutrizione, più specificatamente, una ridotta attività di specifiche proteine chiave oggi identificate, comporta una compromissione del normale metabolismo ed assorbimento dei nutrienti.

Ecco che, allora, nasce la Nutrigenetica, scienza che studia come la costituzione genetica può modulare la risposta individuale verso i nutrienti contenuti negli alimenti; nello specifico si occupa di individuare quelle piccole variazioni genetiche peculiari di ognuno (SNPs) che possono tradursi in risposte “errate” dell’organismo in seguito all’introduzione di un determinato alimento.

Ad esempio un deficit dell’enzima lattasi non permette il corretto assorbimento del lattosio, oppure una forma mutata della metilen-tetraidrofolato-reduttasi (MTHFR) non consente il corretto assorbimento dell’acido folico.

Questi deficit possono comportare delle carenze nutrizionali e dei malassorbimenti che, se non considerati, comportano, nella migliore delle ipotesi, una riduzione nella qualità della vita.

Oggi grazie a moderni ed affidabili test genetici si può con certezza determinare la predisposizione individuale, così da proporre adeguate integrazioni alimentari e ridurre in modo decisivo il rischio di patologia.

Il profilo individuale che scaturisce dopo l’esame genetico non risulta difficile da gestire dal paziente, in quanto vi sono segnalazioni riguardo l’aumento di alcuni nutrienti e la diminuzione di altri. Ciò significa che se un alimento deve essere ridotto, si può mangiare invece di 3-4 volte a settimana, solo una volta. Mentre se vi è la segnalazione di qualche carenza nutrizionale, come alcuni gruppi di vitamine, si prova ad introdurre più volte al giorno l’alimento che contiene questi principi nutritivi o dove non è possibile si procede periodicamente con piccole integrazioni di origine naturale.

Il test nutrigenetico è rivolto:

– A chiunque voglia mantenersi in buona salute prevenendo alcune patologie importanti

– A chi vuole perdere peso in maniera efficace e duratura

– A chi manifesta stanchezza, gonfiore, ipotonia, cefalea senza motivo apparente

– A chi ha una storia familiare positiva per obesità, ipercolesterolemia, osteoporosi o celiachia

– Alle donne in menopausa, agli uomini in andropausa con l’obiettivo di stabilire una dieta ed integrazione nutrizionale più adeguate alla propria salute.

La conoscenza della propria predisposizione genetica, la conoscenza del ruolo di certi geni nel determinare i nutrienti di cui ognuno di noi necessita, può offrire quindi una forte motivazione ed abbracciare una dieta ed uno stile di vita più consoni ai nostri bisogni.

Dott.ssa Alisia Curto Pelle