Per opportuna conoscenza, si informa che, in data 22 aprile u.s., la Federazione degli Ordini, congiuntamente a Federfarma, ha inoltrato una nota sul tema della distribuzione al pubblico di mascherine e dispositivi di protezione individuale (DPI), indirizzata al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute, al Capo del Dipartimento della Protezione Civile, al Commissario straordinario di Governo, al Comandante Generale della Guardia di Finanza e al Comandante generale dei Carabinieri per la tutela della salute. Come è noto, fin dall’inizio della pandemia, la scrivente ha denunciato le gravi criticità connesse all’approvvigionamento e alla distribuzione di mascherine chirurgiche e DPI. Tali difficoltà sono state determinate dalla forte tensione sul mercato, causata dall’aumento improvviso della richiesta, con il conseguente aumento dei prezzi praticati da produttori, importatori e distributori, dai blocchi nelle dogane di questi materiali, stabiliti da diversi paesi, nonché da altri fattori ancora. A causa di quanto sopra evidenziato, i farmacisti italiani – con particolare riguardo alla rete delle farmacie – si sono trovati nell’impossibilità di garantire la disponibilità delle mascherine nella quantità necessaria e a prezzi almeno paragonabili a quelli praticati prima dell’emergenza.
Nel corso delle scorse settimane, la Federazione – così come anche Federfarma – ha chiesto l’applicazione alla dispensazione delle mascherine di protezione di un’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto in misura pari al 4%, in considerazione dell’evidente circostanza che le necessità di approvvigionamento e dispensazione delle mascherine stesse continueranno a caratterizzare anche le fasi successive all’emergenza in atto, sicché è ragionevole ritenere che tale materiale possa assumere la veste di vero e proprio presidio medico di profilassi al pari degli ausili destinati a soggetti affetti da menomazioni funzionali permanenti, che scontano, appunto, un’IVA al 4%. Inoltre, fin dalle prime avvisaglie di potenziali fenomeni speculativi sui suddetti prodotti da parte degli iscritti, la scrivente si è attivata – analogamente ha fatto Federfarma – per contrastare tali condotte, sia diramando un’apposita circolare informativa, sia trasmettendo ai competenti Ordini territoriali ogni segnalazione dei cittadini in merito, al fine dei doverosi accertamenti e dell’adozione dei conseguenti provvedimenti. Peraltro, alla Federazione pervengono quotidianamente segnalazioni circa le difficoltà, nello svolgimento del servizio, derivanti dal carico di discussioni con i cittadini e di controlli delle autorità preposte, per un aspetto, quello delle caratteristiche, del prezzo e della disponibilità delle mascherine, che i farmacisti e le farmacie non possono risolvere con i propri mezzi.
Conseguentemente, la scrivente – anche a seguito della comunicazione di provvedimenti sanzionatori a carico di farmacisti – ha attivato, analogamente a Federfarma, ogni utile contatto con il Commissario Arcuri, al fine di richiedere l’adozione di un provvedimento che legittimasse lo sconfezionamento dei suddetti prodotti di protezione, ottenendo l’emanazione dell’Ordinanza 9/2020. Sul punto, è stato evidenziato che i numerosi controlli effettuati dalle Autorità preposte (che il più delle volte valgono a constatare il corretto agire dei farmacisti e delle farmacie), oltre a comportare defatiganti attività da parte dei farmacisti e del personale di supporto, si traducono nell’elevazione di pesantissime sanzioni amministrative per il mancato rispetto di adempimenti burocratici non di competenza. Viene, dunque, a crearsi una paradossale situazione in cui a produttori, importatori e a coloro i quali immettono in commercio mascherine e DPI è consentito agire in deroga ad ogni normativa di riferimento, risultando sufficiente una autocertificazione con asseverazione successiva da parte di ISS e INAIL. Alle farmacie e ai farmacisti – come risulta dai verbali elevati – è invece richiesto un accertamento (impossibile da effettuarsi) circa la validità delle certificazioni prodotte da altri soggetti, nonché la redazione di istruzioni per l’utenza, rigorosamente in lingua italiana, di cui i beni che vengono distribuiti sono privi.
Dal canto suo, Federfarma ha posto in essere anche alcuni interventi di natura sindacale, volti a: o manifestare la propria disponibilità a favorire, attraverso la rete territoriale delle farmacie associate e la relativa filiera di distribuzione, la dispensazione delle mascherine e dei dispositivi di protezione individuale (DPI), nelle modalità della distribuzione per conto; o chiedere di poter conoscere gli orientamenti delle Amministrazioni competenti in ordine alla fissazione di un indicatore di valore per tale materiale (riferito alle diverse tipologie di mascherine: chirurgiche, FFP2, FFP3), con eventuali riferimenti circa l’indicazione di una percentuale da applicarsi rispetto ai prezzi di acquisto e di vendita, evidenziando la possibilità di imporre un margine inferiore a quello oggi stabilito per la dispensazione del farmaco etico.
E’ verosimile che l’attuale situazione di difficoltà sia destinata ad aggravarsi con l’incedere della pandemia, con l’estensione dell’obbligo per i cittadini di indossare la mascherina all’aperto e nei luoghi pubblici e in vista del prossimo avvio della Fase 2, con la possibile ripresa, a breve, di molte attività economiche e della mobilità dei cittadini stessi. Al fine di ovviare a queste criticità, la Federazione degli Ordini, congiuntamente a Federfarma, ha ritenuto, pertanto, doveroso richiedere alle Istituzioni sopra indicate l’adozione di una soluzione radicale. Conformemente alle dichiarazioni rese dal Commissario Arcuri sulla possibilità di un acquisto centralizzato, è stato proposto, infatti, che sia la Protezione Civile ad acquisire sul mercato i dispositivi e a cederli a un prezzo prestabilito alle cooperative dei farmacisti per la distribuzione, stabilendo altresì quale ricarico debba essere applicato per la vendita al pubblico.
In assenza dell’intervento richiesto, sarà sempre più difficile, se non impossibile, garantire la disponibilità al pubblico di tali presidi. In un momento così delicato quale quello attuale, infatti, la Protezione Civile è l’unico soggetto ad avere una forza adeguata a contrattare caratteristiche, prezzi e condizioni di fornitura in un mercato che, al momento, risulta fuori controllo e, nell’ambito del quale i farmacisti non hanno un potere negoziale idoneo a contrastare fenomeni speculativi, dei quali essi stessi sono risultati vittime. I farmacisti operano da settimane in condizioni critiche, facendosi carico delle onerose innovazioni introdotte dalle nuove procedure di prescrizione e dispensazione, assolvendo alle necessità imposte dall’emergenza e a quelle della normale assistenza farmaceutica – che non è certo venuta meno – con impegno e abnegazione, pagando un pesante tributo in termini di decessi e contagi. Sarà cura della Federazione fornire ogni utile informazione in merito.
Cordiali saluti.
IL SEGRETARIO IL PRESIDENTE (Dr. Maurizio Pace) (On. Dr. Andrea Mandelli)