Da “ democrazia partecipata” a “democrazia manipolata” il passo è breve. Proviamo a raccontarla così: immaginate di andare a votare democraticamente per eleggere vincitore di un tot di cifra un progetto da realizzare. Immaginate che i partecipanti sono diverse associazioni con diversi progetti. Immaginate che dopo avere letto attentamente i progetti, uno di questi vi convinca e lo votate. Adesso immaginate che il progetto che avete votato vince le votazioni. Fin qui siamo nell’ambito della “ democrazia partecipata” cioè avete partecipato democraticamente a eleggere vincitore un progetto tra tanti.
Immaginate adesso che il progetto che avete votato risulta essere irrealizzabile o meglio non realizzabile come era stato proposto “ causa di alcune difficoltà che hanno impedito la realizzazione del progetto originario” cioè quello che avete votato e immaginate che si decida di riformulare il progetto , in barba a chi ha votato l’originario e soprattutto in barba alle altre associazioni che hanno partecipato alle votazioni. E come se io mi fossi presentato al concorso , con il progetto di realizzare un campo da tennis, e poi data l’incongruenza economica del mio progetto rimodulandolo proporrei un tavolo da ping pong . Loro dicono che “la rimodulazione è da ritenersi ammissibile in quanto coerente con le finalità condivise con la cittadinanza”, d’altronte il popolo canicattinese è orami abituato a votare per cose che risultano vincenti e che vengono manipolate in corso d’opera. Qualche esempio? Va bè lasciamo perdere. Ma qui si tratta di un concorso dove ci sono dei soldini della comunità e che impone che neanche una virgola venga cambiata al progetto che è stato votato e poi risultato vincitore.
Una famosa pubblicità recita “ ti piace vincere facile?” A Canicattì questo è possibile e lo si fa con una delibera di giunta N° 20 del 17 marzo 2022, con la quale si ripropone la rimodulazione del progetto vincente, in barba a qualsiasi minimo sindacale rispetto nei confronti della legge prima e della democrazia dopo, ma sopratutto nei confronti di chi ha votato il progetto e delle altre associazioni che hanno perso le votazioni. Noi crediamo che di tutto questo debbano essere informate le autorità competenti ( alcuni consiglieri di oppposizioni sono pronti a farlo), perché non vorremmo che Canicattì da “ città dell’uva Italia diventi “la Terra dei Cachi”