La “vita da social” e la “realtà aumentata o camuffata ” sono due facce di una realtà molto complessa.
Per questa ragione chi non è capace di gestire il proprio profilo (per un insieme di ragioni che non stiamo qui a descrivere) e ricopre ruoli pubblici dovrebbe valutare con estrema attenzione le capacità e le capacità dello scribacchino che lo fa per lui.
Per evitare che accada ciò che, inevitabilmente, sta accadendo.
L’incapacità della visione politica è oramai diventata un tormentone: la si evidenzia dalla clacque ossessionata dallo sposalizio con un primo cittadino che incarna al meglio il ruolo di “scerbatore seriale” e di “operatore ecologico del cimitero”. Pare, infatti, che queste siano oramai le uniche priorità di una città defunta sotto le macerie del dissesto.
Ma fa specie che lo scribacchino sia incapace di distinguere un semplice comunicato stampa da un editoriale o se vogliamo indicare chiaramente a quale testata giornalistica ci si riferisce.
Offrire spazio ai comunicati politici è un fatto di cui si è avvalso (e ampiamente si avvale) l’attuale primo cittadino, anche sulla testata che sembra essere incriminata, tranne che non trovi lo scribacchino la determinazione e l’onestà intellettuale di indicare a chi si riferisce. Perchè a parlare di una sedicente testata giornalistica e accomunarla a consiglieri comunali , essendo lo scrivente, direttore della testata on line più letta del paese e consigliere comunale , si fa presto a fare due più due. E’ preoccupante che il primo cittadino, che avremmo certamente riconosciuto ( qualora lo avesse scritto lui) come autore del post per lo stile del suo lessico, non abbia attentamente valutato a chi affidare la comunicazione e l’immagine.
Perchè si corre il rischio di affondare in un’epoca in cui ai social si affida tutto.
E fa altrettanta specie il tentativo di dribblare l’imbarazzo di presentare, nell’interesse di città e cittadini, la costituzione di parte civile nel processo in corso “Waterloo” che vede alla sbarra soltanto una quarantina di personaggi della politica e della finanza ( ma anche giornalisti addomesticati), schiera sfoltita grazie alla prescrizione che ha salvato altrettanti inquisiti.
Presentazione che, alla luce dei danni subiti da città, cittadini e giustizia, avrebbe dovuta essere annunciata con toni trionfalistici invece di essere soffocata da generiche e imprecisate valutazioni dell’ufficio legale.
Nessuno dimentichi che Canicattì, assieme alla Girgenti acque, è stata multata per la mancata depurazione delle acque reflue, servizio che tuttavia veniva profumatamente pagato dai contribuenti e dallo stesso comune quale utente della G.A.
Quella girgenti acque che se la dava a gambe dai pozzi a cui aveva abusivamente attaccato i suoi tentacoli grazie al coraggio delle denunce di un giornalista, mentre la politica, intercettata dalla Procura in migliaia e migliaia di imbarazzanti conversazioni, era connivente col sistema girgenti acque per scambiare qualche posto di lavoro con le indulgenze della fallita G.A.
Altro che smentire taluni consiglieri che non hanno digerito la sonora sconfitta. Sonora un arrisicato 52% ? Un sindaco che vince per il rotto della cuffia? Poi magari un giorno parleremo anche della cuffia…..
La smetta sindaco di offendere costantemente il lavoro di un gruppo di seri pensanti e liberi consiglieri comunali, tirando fuori ogni qualvolta le ricordano cose che magari le farebbe piacere dimenticare, la questione della sconfitta a suo o meglio a detta del suo scribacchino, “ sonora” .
Comprendiamo il suo imbarazzo dinnanzi alla richiesta di costituirsi parte civile nei confronti di coloro che fino a poco tempo fa erano interlocutori di amabili conversazioni, questo certamente non giustifica il suo scagliarsi contro i consiglieri, che non essendo sotto il controllo di nessuno riescono a pensare con la propria testa in rispetto al mandato conferitogli dalla comunità.
Stupisce, da ultimo e non per ultimo, lo sbarellamento di fronte alla condivisione di una massima di grande saggezza il cui autore viene fin troppo sventolato da chi crede che la legalità sia l’occasione per sfoggiare la cravattina nuova.
Lo scriba ha perso una grande occasione per nascondere bene la sua coda di paglia.
Concludiamo ricordandole una famosa frase che il giudice Falcone ebbe a dire e rimasta nella memoria di coloro che credono e praticano la legalità, e lo facciamo sicuri di farle cosa gradita :
“Dove comanda la mafia, i posti nelle istituzioni vengono tendenzialmente affidati a dei cretini”(Giovanni Falcone).