Decine di furti messi a segno tra Agrigento e Favara, una chiesa profanata e svaligiata e anche un traffico di stupefacenti tra Realmonte, Porto Empedocle e Canicattì. Il sostituto procuratore della Repubblica, Giulia Sbocchia, ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 17 persone. La prima udienza preliminare si celebrerà il prossimo 25 febbraio davanti il Gup Giuseppa Zampino. Le accuse, a vario titolo, sono furto aggravato, indebito utilizzo di carte di credito, ricettazione, acquisto di cose di sospetta provenienza, detenzione ai fini di spaccio e numerose cessioni di cocaina. Tra le persone che rischiano il processo vi è anche il mancato collaboratore di giustizia Mario Rizzo, coinvolto nel recente passato in diverse inchieste giudiziarie.

Al centro dell’inchiesta della procura di Agrigento vi è una lunga lista di colpi in abitazioni private di Agrigento: dal quartiere periferico di Monserrato a Villaggio Mosè spostandosi anche a Favara dove viene contestato il furto anche all’interno della chiesa di San Calogero. Il bottino racimolato, tra l’aprile e il giugno 2021, sarebbe stato variegato: dal denaro contante ai monili d’oro ma anche carte di credito, vaglia postali, pistole, fucili e munizioni. Tra le incursioni più “redditizie” quella in una casa a Villaggio Mosè da dove furono portati via gioielli per 20 mila euro e quasi 4 mila euro in contanti. Gli inquirenti, indagando sui furti, hanno scoperto parallelamente un traffico di sostanze stupefacenti tra Realmonte, Porto Empedocle e Canicattì. Per questo motivo, ad alcune delle persone coinvolte, viene contestata anche la detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Nel collegio difensivo gli avvocati Calogero Lo Giudice, Ninni Giardina, Daniela Posante, Antonella Arcieri, Salvatore Cusumano, Gianfranco Pilato, Silvana Calà, Salvatore Virgone, Calogero Vetro, Daniele Re, Davide Cortese, Silvio Miceli e Arnaldo Faro.