Tragico incidente sul lavoro durante le operazioni di recupero del Bayesian, il veliero con l’albero più alto del mondo affondato a Porticello in circostanze ancora da spiegare del tutto.
La tragedia si è consumata nel pomeriggio ed è costata la vita ad un sub che stava lavorando alle operazioni di recupero. L’uomo è rimasto ucciso proprio mentre lavorava sul Bayesian.
Il sub morto si chiama Robcornelis Maria Huijben Uiben di 39 anni. Secondo una prima ispezione sul corpo non ci sono lesioni né ustioni. L’ipotesi è che sia stato colto da malore mentre si trovava sott’acqua. Gli operai stavano lavorando per eseguire le opere preparatorie per recuperare il Bayesian.
Bayesian, le operazioni di recupero iniziate il 3 maggio
Sono iniziate il 3 maggio le complesse operazioni di recupero del relitto del Bayesian, lo yacht di lusso affondato il 19 agosto 2024 nella rada di Porticello, a circa 50 metri di profondità. I lavori sono eseguiti dalle società olandesi Hebo Maritiemservice e Smit International, con l’impiego delle unità Hebo Lift 2 e Hebo Lift 10, specializzate nel sollevamento di carichi marittimi pesanti.
Prima di riportare lo scafo in superficie, per motivi di sicurezza è stato necessario procedere al taglio del gigantesco albero di 72 metri, tra i più alti al mondo. Una volta completato il recupero, sia il relitto sia l’albero sono stati trasferiti nel porto di Termini Imerese e posti sotto sequestro giudiziario, a disposizione della Procura che coordina l’inchiesta.
Durante tutta la durata delle operazioni, le ditte incaricate hanno mantenuto sul posto mezzi dotati di strumentazioni antinquinamento pronti all’uso in caso di emergenza. È stato utilizzato anche un drone dotato di sensori per individuare eventuali tracce inquinanti, insieme a un veicolo sottomarino telecomandato (ROV) per le ispezioni in profondità.
Le attività si sono svolte sotto la costante supervisione della Capitaneria di Porto di Palermo, con la presenza di unità navali della Guardia Costiera, supportate da pattuglie della Guardia di Finanza e dei Carabinieri. A tutela della sicurezza, l’area del naufragio era stata interdetta alla navigazione e ad ogni attività marittima nel raggio di 650 metri, come previsto da un’ordinanza emessa dalla Guardia Costiera di Porticello. Anche lo spazio aereo sopra la zona è stato chiuso da ENAC su richiesta della Guardia Costiera, per consentire l’uso del drone in sicurezza.
Per il monitoraggio ambientale, è stato attivo il personale dei nuclei subacquei della Guardia Costiera in collaborazione con l’ARPA, con campionamenti periodici delle acque circostanti per rilevare eventuali forme di contaminazione.