Cari amici di Canicattiweb.com che giorno dopo giorno continuate a mostrare un grande interesse per i contenuti che cerchiamo di inserire nel nostro portale, esercitando con estrema correttezza una azione di approvazione o di doverosa critica costruttiva nei nostri confronti, vogliamo continuare a confrontarci con voi sui diversi temi che ci toccano da vicino.
In particolare, oggi, vogliamo concentrare la nostra attenzione sul contributo che la cultura può dare all’arricchimento sociale della nostra città. Ed in particolare, crediamo sia giusto chiedersi se anche questo settore, meriti maggiore attenzione, sia sotto l’aspetto della produzione che sotto l’aspetto della selezione dei testi.
A nostro modesto avviso, crediamo che si possa e si debba fare molto di più su entrambi i fronti. Cioè, noi, pensiamo che oltre a dover giustamente tentare di dare maggiore respiro alla produzione culturale canicattinese, allo stesso tempo, sia necessaria un’opera di verifica e di selezione dei testi da promuovere. E’ indispensabile che oltre alla quantità, sia data la giusta attenzione alla qualità, soprattutto se queste opere letterarie vengono promosse e patrocinate da Enti pubblici. Ad esempio, ci è arrivata in redazione una segnalazione riguardante il contenuto di un volume presentato qualche giorno fa nel corso di un incontro pubblico, col patrocinio dell’amministrazione comunale.
Ebbene, il testo, rappresenterebbe la raccolta delle memorie personali di una maestra vissuta ed operante ai tempi del fascismo nella famosa “Colonia” di Canicattì. Molti lettori, sfogliando le pagine del volume, hanno ravvisato piuttosto una sorta di elencazione degli aspetti positivi prodotti da quel regime politico. E lo stesso vale, per i casi in cui, si sono promossi incontri e conferenze sul valore sociale attribuito a tanti altri periodi storici che, purtroppo, hanno drammaticamente caratterizzato il nostro Paese, o quando, si vuole forzatamente attribuire un determinato valore sociale al “movimento del ‘68”, non considerando obiettivamente né il periodo né le conseguenze prodotte dallo stesso.
Anche perché, spesso, quando si parla di questi importantissimi avvenimenti storico-politici, non si ha la reale e completa conoscenza dell’argomento trattato. Certo, in una vera democrazia liberale, ognuno è libero di dire e di scrivere ciò che effettivamente pensa, ed è giusto che sia sempre così, ma, visti gli innegabili drammi storici che il fascismo, così come tanti altri regimi totalitari, ha prodotto, a nostro modesto avviso, sarebbe opportuno che nessun Ente pubblico si facesse promotore di testi dal contenuto quantomeno ambiguo, o che prima di lanciarli, li si sottoponesse ad una attenta, precisa e preventiva analisi. Del resto, continuiamo ad essere convinti che, in questa nostra città, le “vere” risorse culturali non manchino; basti pensare ai tanti saggi di natura storico-sociale che sono stati brillantemente prodotti negli ultimi anni, e senza contare, i tanti giovani scrittori e poeti che purtroppo, spesso non riescono ad emergere per demeriti non propri, o, perché non li si inserisce nei giusti contesti.
Ecco, noi riteniamo che il giusto ruolo che una istituzione debba assumere in ambito culturale, sia proprio questo, e cioè, incentivare tutti coloro che hanno qualcosa da dire e da pubblicare a farlo, ma sempre valutandone le capacità ed i risvolti socio-politici che ne possono conseguire. Ed è proprio per questo che, come recita il titolo di questo nostro breve editoriale, continuiamo a chiederci: Ma la cultura non merita più attenzione? E voi, cari lettori, cosa ne pensate?


















