Via della Repubblica, scalinata prima del palazzo comunale, Racalmuto, concerto dei Quelkèd Cesare: “I Mille Garibaldi”. Si tratta di una Sicilia contaminata nei ritmi, nello spazio e nel tempo.
E’ uno spettacolo narrato di circa due ore, che prende il titolo dall’ omonima canzone presentata a Biella nel 2008.
A centocinquant’anni dallo sbarco a Marsala che diede inizio alla trionfale spedizione …dei mille, in un Paese dove si parla sempre più di disgregazione, l’idea è quella di far riemergere il valore e le ragioni profonde dell’unità, senza rinunciare alle proprie peculiarità anzi contaminandole e valorizzandole.
Sono in dialetto, infatti, alcune delle canzoni tratte dal cd uscito nel 2008 “Catullo in Sicilia”, veronese di nascita ma siciliano autentico di spirito, che sono qui riproposte in maniera diversa, con arrangiamenti assolutamente inediti e che costituiscono il perno del continuo “Odi et amo” ovvero dello “schifiu e disiu” verso la propria terra.
La Sicilia diventa metafora e il luogo dove si consuma il dramma e la storia dell’essere uomo, dove emergono forti i sentimenti, la rabbia, la denuncia, la protesta, le debolezze ma, nello stesso tempo, anche la forza e la voglia di cambiamento e di riscatto.
Quelkèd Cesare ne “I Mille Garibaldi” evocano l’eroe dei due mondi e delle imprese impossibili che diventa la metofora dei siciliani che vogliono cambiare, che scelgono di stare dalla parte magari più difficile, meno comoda, ma che credono …fermamente, che un’altra Sicilia, un’altra Italia, un altro mondo sia possibile.
Tutto questo in una continua contaminazione intesa come risorsa e ricchezza e in un continuo alternarsi tra narrazione e canzoni in lingua e dialetto, poesia e musica.
“La Sicilia è scomoda, ma viverla è possibile con orgoglio antico e altero. C’è chi crede che questa terra possa crescere e diventare moderna, civile ed economicamente evoluta senza perdere però le sue suggestioni, il suo fascino, la sua cultura. C’è chi lavora perché ciò accada.…dedicato a loro. Ai siciliani che crescono” (L. Sciascia).