Cari lettori, ieri sera, per puro caso, mi sono imbattuto in una trasmissione in onda su una rete satellitare ed ho seguito con attenzione la discussione tra il conduttore ed un giornalista professionista che parlava di mancanza di talento e preparazione di molti giovani colleghi pubblicisti.

In pratica, il collega criticava le modalità d’accesso alla professione.


In parte gli do ragione quando diceva che se non si ha un po’ di confidenza con la grammatica si possono avere maggiori soddisfazioni intraprendendo altre professioni, il mio intervento però vuole far emergere un altro punto. La domanda che si poneva in trasmissione, se la memoria non mi inganna, era la seguente: “E’ giusto che tutti possano intraprendere la carriera del giornalista passando dal pubblicismo senza avere i requisiti adatti”?

La risposta del collega era un no secco.

Bene, d’accordo, io invece pongo un’altra domanda: “E’ giusto diventare professionisti sostenendo solo un esame di stato” ? Anche la mia risposta è un no secco!!!

Medici, avvocati, architetti, ecc ecc … per fregiarsi di tale titoli seguono un percorso di studi specialistico che dura diversi anni e solo dopo sostengono un esame di accesso alla professione. Perché non deve fare lo stesso il professionista dell’informazione?

A mio avviso, bisogna avere la preparazione adeguata per potere informare correttamente la gente e con preparazione non si intende il superamento del semplice esame che, molti colleghi superano grazie alle raccomandazioni dei politici ai quali per anni hanno fatto i portaborse, approfittando della propria qualifica per ottenere benefici personali.

Per preparazione intendo il superamento di un percorso di studi specifico. La laurea specialistica in Comunicazione o in Giornalismo, dovrebbe essere obbligatoria per accedere all’esame di abilitazione alla professione.

Purtroppo la professionalità di molti colleghi fa molto discutere, forse è meglio non entrare nel merito, altrimenti vengono fuori tante, forse troppe cose che non vanno!

Voglio complimentarmi con i tanti colleghi , professionisti e pubblicisti, che giornalmente portano avanti un giornalismo di denuncia che sicuramente giova all’intera comunità. Il professionista dell’informazione deve avere precisi obblighi, ai quali naturalmente devono aggiungersi precise tutele. E’ un bilanciamento di diritti e doveri naturale in una società democratica, chi invece ha come obiettivo primario l’arrivismo è meglio che vada a sudare nei campi, almeno non ci saranno braccia rubate all’agricoltura!

Sono convinto che per fare bene questo lavoro, occorrano libertà, umiltà, confronto e tanta …tanta…. fatica.