Il proprietario dell’Acr Messina, Pietro Lo Monaco, aveva manifestato la volontà di lasciare la presidenza della società calcistica a causa di screzi con il sindaco, Renato Accorinti, sullo sfruttamento in chiave concerti dello stadio San Filippo. Tuttavia, il passo indietro dell’imprenditore campano potrebbe semplicemente essere una strategia per riaprire la trattativa. C’è da scommettere che il primo cittadino sia stato investito da uno tsunami di proteste da parte dei messinesi: toglieteci tutto ma non il pallone! Per la città sembra configurarsi una dramma di proporzioni bibliche: la Gazzetta del Sud (principale quotidiano messinese) titolava in prima pagina e con grande clamore la notizia destinata a sconvolgere le ferie dei peloritani.
I messinesi sono abituati a sopportare qualunque disservizio ma davanti all’ipotesi della squadra, neopromossa in Lega Pro, impossibilitata per mancanza di presidente ad affrontare il prossimo campionato, allora sono pronti alla mobilitazione di massa. Personalmente non credo sia il caso di drammatizzare, se il signor Lo Monaco voleva dirigere la società giallorossa con l’unica prospettiva di avviare un business molto ampio, allora gli consiglio di prenotare il primo aliscafo disponibile per abbandonare lo Stretto; senza prolungare ulteriormente l’agonia sportiva.
Una cooperativa di tifosi in sostituzione della classica dirigenza potrebbe essere una soluzione efficace: tutti i messinesi appassionati di calcio potrebbero diventare, con un piccolo contributo, finanziatori del club. Il messinese medio può anche disertare la Messa di Natale per risparmiare sulle offerte alla Madonna ma se gli chiedessero di destinare un contributo monetario per sostenere il calcio e riportare il Messina nei campionati che gli competono, allora diverrebbe immediatamente generoso quanto determinato. Inutile organizzare plateali proteste contro il sindaco, esistono tante altre emergenze per le quali sarebbe opportuno “alzare la voce” nei confronti dell’amministrazione; sfiduciare l’inquilino di Palazzo Zanca per “affari di pallone” mi sembra un paradosso tendente al ridicolo.
Fabrizio Vinci vinci@usa.com