Per affrontare la questione delle migrazioni non si posso affondare i barchini dei Migranti o erigere muri. Lo ha detto Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno, intervenendo al Forum Ambrosetti di Cernobbio.

“Ci sono sempre stati gli sbarchi autonomi. Una delle accuse e’ che non li abbiamo bloccati, io non credo di poterlo fare affondandoli o non facendoli arrivare”, ha affermato Lamorgese, spiegando che “l’obiettivo e’ non farli partire”, per questo vanno sostenuti Paesi come la Tunisia da cui si registrano la maggior parte delle partenze nel Mediterraneo. “I numeri (degli sbarchi) di questa estate sono tutti di barchini, quelli delle Ong sono solo 300 la scorsa settimana”, ha precisato Lamorgese, aggiungendo che “costruire la sicurezza in tutti i campi significa cercare alleanze, condividere esperienze, gettare un ponte con i propri alleati”, e sottolineando che si raggiunge la sicurezza “costruendo con tenacia solide reti fondate su obiettivi e interessi non certo erigendo muri che non saranno mai abbastanza alti per proteggerci”. In questo quadro e’ fondamentale l’Europa e i rapporti con gli altri Paesi dell’Unione. Sulle “ricollocazioni ritengo che l’Europa debba fare e sta facendo”, ha continuato Lamorgese, facendo come esempio le “regole sull’asilo: dovremmo stabilire principi di ricollocazione obbligatoria e non facoltativa ma abbiamo Paesi come quelli di Visegrad che non vogliono. Come Italia abbiamo proposto sanzioni ai Paesi che non vogliono partecipare e vorremmo una condivisione piu’ ampia”, perche’ altrimenti dei ricollocamenti “se ne fanno carico sempre i soliti Paesi, con presenza forte di Francia e Germania”.
“In questo momento – ha spiegato Lamorgese – ci stiamo muovendo per aiutare la Tunisia, sostenere ed accrescere la sua capacita’ di gestione dell’amministrazione pubblica e dei flussi migratori. Abbiamo parlato con il presidente della Repubblica e con il presidente del Consiglio incaricato ed abbiamo avuto tutte le rassicurazioni, hanno bloccato le partenze da Sfax, che era il principale porto utilizzato dai trafficanti; ora hanno trovato altri porti, ma noi abbiamo fatto tutti gli interventi del caso”. E l’Italia chiede anche l’aiuto dell’Europa. “Nel Patto per le migrazioni che sara’ presentato a breve – ha sottolineato la ministra – si dovrebbe assolutamente stabilire il principio dei ricollocamenti obbligatori e non facoltativi. I Paesi Visegrad non vogliono e noi abbiamo proposto che ci siano sanzioni economiche per chi non partecipa ai ricollocamenti”.