L’On. Ida Carmina del M5S commenta il partecipato incontro nelle campagne di Castrofilippo, organizzato dagli imprenditori locali, per dire no all’ipotesi di costruzione di un mega Parco Eolico. In questo territorio dell’agrigentino si vuole costruire una sorta di ecomostro che andrebbe a danneggiare l’economia e i prodotti locali autoctoni: l’Uva Italia Igp ed altre uve pregiate, il pistacchio Dop di Raffadali, ma anche uliveti e mandorleti e le imprese agrituristiche, che sarebbero a serissimo rischio con pali, antenne e le rispettive pale, che da voci insistenti potrebbero essere estese in altre aree della zona oltre il progetto locale.
Per questo ho aderito convintamente all’invito degli agricoltori e degli imprenditori castrofilippesi che sentono minacciata la loro storia, la loro identità, la loro attività e sono preoccupati per i rischi connessi alla salute e il conseguente collasso economico. Una multinazionale francese con un Avviso pubblicato nel portale gestito dal Mise ha proposto la progettazione di un grossissimo parco eolico che ricade in 5 comuni dell’agrigentino: (Canicattì, Naro, Castrofilippo, Favara e Agrigento) che secondo molti avrebbe un impatto devastante per il territorio da un punto di vista paesaggistico, archeologico, faunistico, agricolo, turistico. Inoltre decine e decine di posti di lavoro sarebbero a fortissimo rischio. Ecco perché sarò vicino da parlamentare e da cittadina agrigentina a questo territorio, ai cittadini ed agli amministratori locali per dire al NO alla colonizzazione e distruzione del nostro territorio con una logica predatoria: non si può snaturare l’identità della nostra terra piazzando mega pali eolici. Se il Governo Meloni vuole far diventare la Sicilia come un grande hub, di inceneritori, impianti off-shore, rigassificatori e parchi eolici piazzati in maniera scriteriata, troverà il no mio e delle comunità locali. Il Governo Meloni sta operando con una deregulation per favorire le lobby, le multinazionali del Nord e straniere, secondo la logica già utilizzata in Africa: loro si arricchiscono sfruttando le nostre risorse e noi ci impoveriamo.
Ci opporremo a chi opera in disprezzo della nostra amata Sicilia, depauperando la nostra identità, la nostra storia e le nostre attività private per una liberalizzazione selvaggia, incontrollata e che può solo arrecare danni. La Sicilia e i siciliani chiedono altro: infrastrutture, collegamenti, opere viarie, treni e linee ferrate come nel resto d’Italia, non ci faremo colonizzare dalla prepotenza di alcuno, questo sia chiaro.