La presenza di un gran numero di immigrati in città, sta creando dei problemi in alcune zone della città. La gente segnala che gruppi di stranieri, perlopiù romeni e polacchi, nelle ore serali si riuniscono in alcune zone della città ubriacandosi. A segnalare il problema sono i residenti del centro storico.
Ma se a riunirsi fossero stati gruppi di ragazzi Italiani avrebbe dato tutto questo fastidio? E siamo sicuri che questa gente crei problemi?
In città esiste una comunità di oltre 7500 romeni, una delle più grandi in Italia, fare di tutta l’erba un fascio non fa altro che alimentare focolai di razzismo.
Questo è solo uno di una lunga serie di episodi di razzismo sommessi; negli ultimi mesi sono state diverse le azioni di violenza, repressione, razzismo, che hanno percorso l’Italia in tutto il suo stivale, perdendosi il tacco e bucandosi irrimediabilmente la suola.
Non è così più possibile, oggi, restare a guardare, assistere passivamente agli eventi: è necessario reagire. Sono in pericolo la dignità e la libertà umana. È necessario sopprimere , la discriminazione, la repressione, il terrore: è necessario opporsi, contrastare queste logiche e politiche razziste.
Vorrei mettermi a gridare: non credo proprio che gli italiani non siano razzisti e la sua televisione ne è il palese e cattivo esempio.
Anche se noi italiani siamo un popolo assai più emotivo e influenzabile di altri, essendo in definitiva assai meno furbi di quanto pensiamo di essere, impegnati ad accusare o assolvere gli stranieri di ogni male del Paese, non posso che nel lungo termine concorrere all’apertura di una fessura attraverso le fette di prosciutto che tutti noi abbiamo “incancrenite” sui nostri poveri occhi che si rifiutano ormai di vedere la realtà in favore dell’illusione, su sfondo al nero di seppia: quella appunto dei realityshow.
Mi riferisco al Grande Fratello dove in quest’ultima edizione ha vinto un ragazzo ROM.
L’edizione appena conclusa, vinta da un Rom, assume così un carattere politico ben preciso, una “sorta” di indiretta risposta mediatica alle accuse di razzismo nei confronti di questo governo provenienti dall’Europa, dopo l’infamante propaganda xenofoba anti-Rom durante l’ultima campagna elettorale.
Un mega spot, tripudio del più becero dei meccanismi edonistici dell’arrampicata sociale verso il successo personale: “gli italiani non sono razzisti”.
Una sorta di compensazione a giochi fatti. Ed e’ così che il vincitore Fedi Berisa diventa, tutto ad un tratto, l’emblema del reietto che si riscatta rinunciando alla propria identità, vista in maniera negativa. Tutto questo attraverso una “cosa” ancor più e realmente negativa, il Grandefratello, spacciato e fatto passare per la panacea dello sfigato che guarda Italia1 avendo l’illusione, anche senza un soldo in tasca, di sentirsi qualcuno e poter così puntare il dito sentendosi in “dovere” di poter alzare la testa, pretendere, giudicare, sputare sentenze. Il protagonista, che non ha nulla a che vedere con il mondo in cui si trova e di cui non ha assolutamente consapevolezza né antropologica né culturale, ha vinto perché ha dimostrato la sua chiara volontà di assimilazione negando le proprie origini. In pratica una sorta di invocazione all’ assimilazione.
E’ questo che ha commosso gli italiani, i quali hanno espresso nei suoi confronti, becero paternalismo e misera pietà, altre due facce di un latente razzismo che serpeggia oggi nel Bel Paese.