lombardo7Il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ha completato la giunta nominando i tre assessori mancanti: Antonino Beninati, deputato regionale del Pdl; l’ex senatore di area An, Nino Strano; l’attuale vicesindaco di Palermo, Mario Milone, professore alla facoltà di Architettura, che entra come tecnico di area Pdl.

“Sono molto soddisfatto – ha detto Lombardo – di questa nuova giunta: con cinque tecnici si rafforza il patto sociale con la Sicilia. E’ una giunta forte e qualificata che si metterà al lavoro subito, così come ha già fatto il magistrato Caterina Chinnici che ha già ottenuto il sì dal Csm”.

I nomi dei tre assessori che hanno completato la composizione del Lombardo-bis sembrano confermare un indirizzo del Pdl nazionale più favorevole al governatore ed al suo alleato, Gianfranco Miccichè. La corrente che fa capo al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, al Presidente del Senato, Renato Schifani, e ad uno dei due coordinatori regionali, Giuseppe Scalia, esce ridimensionata perché perde i suoi pezzi più pregiati, a cominciare da Francesco Scoma, dirottato al comune di Palermo, come vice sindaco.

 Una designazione che guarda al futuro successore di Diego Cammarata, attuale primo cittadino. La richiesta di azzeramento della giunta di governo nominata per due terzi da Lombardo con una decisione unilaterale non è stata ribadita dalla direzione nazionale del partito, cioè dai coordinatori La Russa, Bondi e Verdini, né è stata pretesa da Silvio Berlusconi nell’incontro di Palazzo Grazioli che ha sbloccato la crisi. La novità più importante, tuttavia, viene dall’uscita dell’Udc dal governo regionale.

Fino a qualche giorno fa la presenza di questo schieramento politico era ritenuta indispensabile dal Pdl regionale. Anche a Roma era stata rivendicata con forza e segnalata come una necessità inderogabile. È stata data la sensazione comunque che a Roma non avrebbero fatto barricate per avere l’Udc dentro il governo regionale, ma in Sicilia invece le cose stavano diversamente, il collegamento fra la dirigenza regionale Pdl e l’Udc di Romano e Cuffaro è apparso solido.

Un altro rospo ingoiato, dunque, dalla corrente di maggioranza del Pdl. La reazione dell’Udc è stata inviperita, i dirigenti promettono un’opposizione dura e affermano di non essere affatto spaventati dalla prospettiva. Il problema per loro sarà di conciliare lo spirito e l’azione moderate, icona del partito nazionale, con l’irriducibilità delle posizioni siciliane. L’Udc ha esternato il sospetto che in giunta sia stato accolto, sotto mentite spoglie, un personaggio vicino al Partito Democratico. Si tratterebbe di un insider, insomma.