svito-lo-capoLa Notte Bianca di San Vito lo Capo vissuta in bianco da un turista medio.
Dopo una settimana di assoluta pace e tranquillità (il trionfo del relax) a San Vito lo Capo vissuta tra spiaggia e casa è arrivato il fatidico sabato: il sabato della notte bianca.
Vi erano state strane avvisaglie fin dalle ore 22 (ora massima di ritirata con famiglia con bimbi piccoli dopo un’intensa giornata di mare): gli scarsi parcheggi per non residenti erano saturi da ore.
Il lento degradare di San Vito verso il mare elargisce a tutti (visto che le case sono tutte basse) squarci di vista mare e brezza a volontà.
Come tutte le sere ci siamo addormentati con le finestre aperte godendo la frescura della notte.
Verso le due e mezza Arisa è entrata (probabilmente gli ospiti d’onore meritano volumi d’onore) nelle nostre camere regalandoci le sue splendide arie.
Con pochi brani il concerto si è esaurito e ci siamo tutti ritrovati in discoteca (siamo a quasi un 1,5KM dal luogo del concerto ma il silenzio della notte e la conformazione naturale di San Vito ad anfiteatro …).
Bum, bum, bum! Il basso pompa, la casa vibra.
Alle tre di notte le idee più strane balzano alla mente nelle progressioni più inconsuete: dove sono le candele per fare tappi di cera? Dove sono le bombe a mano, i mortai, i cannoni, le portaerei, …
La disperazione giunge al culmine: proviamo a chiuderci in casa, sarà meglio il caldo che questa melodia.
Chiudendo ermeticamente le persiane ed i doppi vetri la musica si affievolisce. Il caldo aumenta istantaneamente ma…
Viva l’aria condizionata!