petrotto3Azzeriamo anche gli imbecilli, assieme alle indennità ed ai gettoni dei manager mangiasoldi e dei politici.

Reduce dall’ennesima riunione con numerosi consiglieri comunali, è stata
valutata la situazione politica di Racalmuto, alla luce della lunga pausa
estiva e adesso autunnale che ci ha visti alle prese con una serie di attacchi,
personali e non, tesi a delegittimare complessivamente il ruolo dei
rappresentanti politici eletti dal pololo e sicuramente gli unici, attualmente,
veramente più a contatto con i cittadini che vivono nelle nostre realtà
locali.


Se consideriamo, ad esempio che i Parlamentari Nazionali, non vengono più
eletti, ma nominati attraverso delle liste bloccate, dai segretari dei vari
partiti politici, non comprendiamo come mai, ce la prendiamo solo con chi,
riusciamo ad eleggere e non con quei mille peones che siedono a Montecitorio od
a Palazzo Madama!

Quando, si parla di costi della politica, facciamo riferimento, quasi
esclusivamente, ai consiglieri comunali, agli assessori ed ai sindaci che,
tutti quanti messi assieme, in un comune delle dimensioni di Racalmuto,
percepiscono gettoni di presenza ed indennità, equivalenti ad un solo stipendio di un parlamentare nazionale o regionale o di un alto funzionario dello Stato!

Eppure, gli attacchi più furibondi, quando si parla di politici, così come
avviene per i poveri polli del Renzo de ‘I PROMESSI SPOSI’, sono sferrati
contro coloro i quali, che per il rulo che ricoprono e mi riferisco ai
consiglieri comunali, percepiscono qualche decina di euro a seduta, mentre gli assessori alcune centinaia di euro al mese, al netto delle tasse!

Ed intanto, in una realtà povera e, consentitemi di dirlo, popolata anche , da
qualche miserabile di animo e di spirito, l’attenzione è puntata solo sulla
squallida e miserrima vicenda delle indennità.

Dimenticavo che c’è anche da precisare, volendo fare un ulteriore raffronto,
che tutti gli eletti dal popolo, messi assieme, volendo sempre riferirci a
Racalmuto, percepiscono tanto quanto lo stipendio di meno di dieci degli oltre duecentotrenta dipendenti, da quelli a tempo indeterminato, ai vari tipi di
precari.

Questa vergognosa campagna di delegittimazione, chiaramente, viene da lontano e cioè da chi, nei vari parlamenti, regionali e nazionali, oltre che con
dimostrazioni varie, attraverso best-seller che hanno spopolato in quanto a
vendite, negli ultimi anni, si è voluto dimostrare che il vero problema
dell’Italia è costituito da quei miserabili consiglieri ed assessori delle
tante Rcalmuto, che, trattandosi, come si dice in Sicilia di tantissimi, muri
vasci, sono facilmente abbattibili, demolibili; anzi cadono da soli!

Tant’è vero ciò che sto sostenendo che, addirittura, un paio di ragionieri di
Racalmuto, calcolatrice alla mano, hanno sentenziato che se si riduce il numero di assessori del comune di Racalmuto nei prossimi due anni e mezzo, facendolo passare da sette a quattro, si realizzerebbe un risparmio di circa 150 mila euro.

Per queste ragioni, alcuni consiglieri comunali, hanno presentato una proposta di modifica dello Statuto del Comune di Racalmuto che prevede tale riduzione del numero degli assessori: da sette a quattro.

Siccome io ritengo che la democrazia o la libertà, direbbe Giorgio Gaber, è
partecipazione, ed allora mi sembra del tutto limitante una tale proposta,
proprio in termini di partecipazione all’attività amministrativa. Si sa com’è,
più si è e meglio è, più sono gli apporti politico-amministrativi, e maggiori e
di ben più ampio respiro possono essere i risultati che si possono
raggiungere.

So che tale proposta di riduzione ha un sapore soltanto demagogico, anche
perchè, se qualcuno non se ne fosse ancora accorto, attualmente e da tre mesi, il sottoscritto è senza Giunta, pertanto già un bel risparmio, a beneficio di quei ragionieri e non solo, lo abbiamo già realizzato!

Certo, dobbiamo anche dire che Regione e Stato, ogni anno ci tagliano poco più o poco meno del 10% dei trasferimenti ordinari, equivalenti a qualcosa che, nel caso del comune di Racalmuto, si aggira attorno ad una riduzione netta, secca, ad una sforbiciata cioè di oltre 230 mila euro l’anno.

Con queste costanti riduzioni dei trasferimenti finanziari ai Comuni, nel giro
dei prossimi dieci anni, con questo ritmo, non arriverà più neanche un
centesimo, nè dallo Stato, nè dalla Regione!

In altri termini, i Comuni si devono reggere da soli, senza soldi e con una
miriade di competenze e di responsabilità da onorare, solo con tante parole,
parole, parole e soltanto parole!

E’ questo il federalismo di cui tanto si parla?

E le tasse che paghiamo che solo tra IRPEF ed IVA versata su tutto ciò che
compriamo, incidono per ben oltre il 45% dei nostri redditi, a che cosa
servono?

Se a queste tasse aggiungiamo tutti i servizi ed i balzelli che paghiamo cari
ad amari, ci possiamo rendere conto come questo nostro Stato e queste nostre Regioni, bruciano, ben oltre il 65% dei nostri redditi da lavoro.

Lo Stato in buona sostanza fa incetta di soldi, senza rendere alcun servizio
utile ai propri cittadini.

Anzi quando prova a fare le sue brave autostrade o linee ferrate ad alta
velocità, spende il triplo dei soldi rispetto a tutte le altre nazioni europee!
Considerate a questo punto anche il trattamento riservato a degli enti
territoriali quali i Comuni che, senza soldi, devono garantire tutto a tutti i
cittadini residenti nei propri territori.

E’ mai possibile che ciò debba continuare ad avvenire, senza che nessuno batte ciglio?

Dove sono l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e le altre
associazioni di comuni?

Chi difende i nostri territori dall’accentramento economico nelle loro mani, di Stato e Regione, brave solo a decentrare, invece, i debiti ed il personale
precario da pagare non si sa in che modo?

Come possiamo continuare a garantire quella miriade di servizi essenziali che siamo chiamati a fornire, senza soldi?

Dove sono i miei colleghi sindaci d’Italia; soprattutto al Sud?

Siamo tutti quanti, forse a goderci una farsesca vacanza mentale?

Non lo abbiamo ancora capito che i capri espiatori del dissesto finanziario
nazionale e delle varie regioni siamo proprio noi, e cioè gli amministratori
locali?

E qualcuno, nelle nostre realtà vuole risolvere il problema della voragine, a
questo punto, dobbiamo concludere, dei conti pubblici nazionali, interamente scaricata sui miseri comuni, con un risparmio di 150 mila euro in tre anni, come nel caso del Comune di Racalmuto?

Ci viene solo da ridere!

Forse non si è capita la gravità della situazione.

Qua stiamo parlando che annualmente mancano all’appello tra i tagli e gli
aumenti degli stipendi degli impiegati comunali, così come previsto dai vari
contratti, qualcosa come quattrocentomila euro ogni anno.

Altro che si vuole risolvere il problema eliminando tre assessori e le relative
indennità!

A Racalmuto, così come in moltissimi comuni italiani, neanche azzerando tutte le indennità ed i gettoni di presenza di tutti i consiglieri comunali, si potrà risolvere il problema delle sensibili diminuzioni di fondi pubblici.

E’ necessario imbastire una serrata lotta contro questa logica perversa di
Stato e Regioni, contro i Comuni, che sta facendo fallire tutti gli enti locali
e quindi, di conseguenza, tutti i nostri cittadini amministrati:

E, provocazione per provocazione, credo che sia indispensabile anche un’altra prova e dimostrazione più radicale.

Mi rtiferisco alla necessità di azzerare tutto, non pagando alcun politico,
compreso il sottoscritto.
Bisogna nell’immediato non pagare nessuno, né assessori, né consiglieri!

Parallelamente tagliare inoltre tutte le spese superflue.

Ma allo stesso modo, richiedere ai parlamentari nazionali e regionali, ai
Ministri ed agli assessori regionali, a tutti i superpagati manager pubblici, a
tutti gli assessori ed i consiglieri provinciali delle pressochè inutili
Province che, piuttosto andrebbero abolite, a tutti i nostri colleghi sindaci,
assessori e consiglieri comunali

di fare la stessa cosa che propongo per Racalmuto, azzerare completamente i costi della politica.

Quets richiesta la dobbiamo fare tutti quanti coralmente notte e giorno, tutti
i santi giorni.

Fintanto che i nostri parlamentari si convincono che devono iniziare loro a
dare il vero esempio!

E poi chiaramente passare ai super dirigenti ed a quanti, anche privati, si
stanno continuando a spolpare tutti gli Enti Pubblici, alle prese con una crisi
che rischia di diventare veramente irreversibile.

Altrimenti è la fine!
Altro che servizi, opere pubbliche e quant’altro.
Solo la fame ci aspetta!

Se abbiamo veramente a cuore l’Italia, oltre che prevedere leggi per diminuire il numero di consiglieri e degli assessori, che iniziassero i nostri
parlamentari, i nostri bravi legislatori, ad azzerare le loro indennità
partendo anche, per una volta, anche dall’alto!

Del resto la politica se è vero come è vero che deve essere un servizio, una
missione a favore del popolo, duecentocinquantamila euro netti all’anno (questo è lo stipendio di un parlamentare con annessi e connessi), e cioè il costo dell’intera politica racalmutese, crediamo che in questi momenti in cui
sichiedono sacrifici a tutti quanti i cittadini, sono davvero troppi.

Immediatamente dopo la mente corre verso i cosiddetti boiardi di stato e non e gli sporchi speculatori, i quali cioè, hanno affossato intere aziende quali ALITALIA, FERROVIE DELLO STATO, ENEL, TELEKOM, AUTOSTRADE o si sono accaparrati beni e servizi pubblici quali acqua, smaltimento dei rifiuti e produzione e distribuzione di energia.

Che si ricominci dall’Italia del boom economico, di quando cioè avevamo
capitani di industrie pubbliche come Enrico Mattei ed uomini politici, quali
Alcide De Gasperi.

Quella era e deve ritornare ad essere l’Italia che vogliamo.

Quando non si sapeva che cosa è il deficit pubblico e la nostra economia
galoppava ai ritmi della Cina di oggi e molto di più.

Io sono e mi sento italiano, solo pensando a quei tempi!

Oggi mi sembra di vivere in un incubo in cui le minacce di secessione o la
guerra tra Nord e Sud Italia, stanno distruggendo non solo i valori della
nostra identità nazionale, ma anche la nostra stessa coesione sociale, oltre
che un’intera economai.

Siamo stati trascinati in mezzo allo sbando più totale, verso il baratro, da
quattro lanzichenecchi calati da una fantomatica padania del cavolo che, non solo non esiste e non è mai esistita ma che sembra, anche a costo di volerne ammettere l’esistenza, soltanto una piatta pianura dove scorazzano solo nugoli di imbecilli vestiti a festa, ovvero agghindati di camice e fazzoletti verdi.

Eppure qui da noi continuiamo a beccarci tra di noi, da uccellaci ed uccellini
quali siamo, pronti a farci spennare ed arrostire nel girarrosto di un finto
federalismo fiscale che già da tempo è stato attuato per prendere per i
fondelli un’intera nazione!