Illustre Sindaco,

a nome dei cittadini residenti in via Vittorio De Sica al Villaggio Mosé mi appare doveroso porTi le seguenti domande:


– Un cane morto tra atroci sofferenze a seguito di somministrazione di polpette imbottite con cocci di vetro ha o meno diritto a riposare in pace, lontano dal luogo in cui è stata decretata la sua terribile fine ed in cui le sue povere ossa stanno marcendo sotto il sole?

– E i bambini che fino ad oggi hanno giocato nei pressi di quella zona correndo il serio rischio di beccarsi qualche infezione e che nei prossimi giorni ancora più numerosi attraverseranno quella strada per raggiungere la vicina scuola, sono forse figli di un Dio minore e dovranno continuare a sorbirsi questo pessimo esempio di crudeltà umana e di inefficienza amministrativa?

– E tutti quei cittadini che si sono indignati per l’accaduto e che da settimane chiedono che almeno si provveda a rimuovere quella carcassa ed a provare ad individuare e rimuovere quelle degli altri cani spariti nel nulla e sicuramente vittime dello stesso tremendo destino, devono continuare a gridare nel deserto la loro rabbia?

In questa triste vicenda, ancora una volta, ci siamo ritrovati accanto solo il Comandante della Polizia Municipale, il dott. Cosimo Antonica, che si è attivato per far effettuare i dovuti sopralluoghi e per redigere e far pervenire al Settore Comunale competente una dettagliata relazione sui fatti in cui, appunto, considerato il rischio igienico-sanitario insito nella permanenza delle carcasse dei poveri cani morti, si richiedeva un pronto intervento di rimozione a tutela della salute pubblica.

Cos’altro dobbiamo fare, in nome e per conto di questi cittadini a buon diritto esasperati che non chiedono null’altro che vivere con un minimo di dignità attorno?

In conseguenza del silenzio assoluto dell’assessore Passarello rispetto a questo increscioso “inconveniente” ci aspettiamo almeno da Te una pronta e soprattutto fattiva (per quanto tardiva) risposta che ponga finalmente questo episodio tra quelli da dimenticare in fretta senza perdere di vista il permanere di una emergenza-randagismo sempre più drammatica e che, se non affrontata tempestivamente ed efficacemente, potrebbe far registrare ulteriori disumane crudeltà.

Claudia Casa

(Coordinamento Circolo Rabat)

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