Negli ultimi decenni, il benessere, le moderne tecnologie di conservazione e trasformazione degli alimenti, ma soprattutto i cambiamenti nella vita sociale, hanno modificato le abitudini alimentari della nostra popolazione.

Queste, si sono progressivamente arricchite di cibi ad alto contenuto di proteine, grassi saturi e zuccheri fino a superare l’apporto di nutrienti necessario. Si moltiplicano, durante la giornata, le occasioni per consumare cibo , mentre è difficile trovare il tempo per un pò di movimento.

Tutto ciò ha portato ad uno squilibrio tra le calorie assunte attraverso il cibo ingerito (entrate) ed il dispendio energetico (uscite) che si manifesta con un aumento di peso.

In questi anni, si è quindi assistito, da un lato alla scomparsa di malattie da carenze, dall’altro alla comparsa di malattie da esagerato consumo che, associate ad una maggiore sedentarietà, hanno favorito l’insorgenza delle cosiddette “malattie del benessere”, da malnutrizione per eccesso quali l’obesità, il diabete, le dislipidemie e le cardiovasculopatie.

L’obesità deve essere considerata come la punta di un iceberg che emerge dal pelo dell’acqua e che nasconde al di sotto tutta una serie di problemi e malattie, che vanno dall’ipertensione arteriosa (circa 6 volte più frequente nei soggetti obesi rispetto alla popolazione normale), al diabete (esiste una ridotta tolleranza glucidica nel 40 % degli obesi), calcolosi della colecisti (circa il 25 % degli obesi avrebbe una colelitiasi) e artrosi (5 volte più frequente negli obesi rispetto alla popolazione normale). A questo punto, si capisce perché l’obesità non deve essere considerata come una questione puramente estetica né come un argomento su cui scherzarci sopra, essa infatti rappresenta un problema serio che va affrontato altrettanto seriamente e l’azione dei nutrizionisti deve realizzarsi attraverso un intervento di prevenzione sia individuale che collettivo. L’intervento di prevenzione individuale va realizzato attraverso un controllo dei fattori di rischio, cioè con una diagnosi precoce delle eventuali alterazioni iniziali o delle malattie al loro insorgere, e basato soprattutto su un intervento dietetico-nutrizionale.

La prevenzione può essere attuata anche più precocemente ed in questo senso può attuarsi con una corretta informazione ed educazione alimentare.

Perché, allora, iniziare un percorso di educazione alimentare e come prevenire l’insorgenza di alcune patologie?

• Una dieta sbilanciata, ricca di grassi saturi e di sale, comporta un rischio più elevato di manifestare patologie coronariche.

• Un’alimentazione ricca di grassi, zucchero e sale provoca aumento di peso e accentua i rischi di obesità. Il sovrappeso accresce il rischio di sviluppare malattie cardiache, diabete, cancro e sterilità e favorisce la stanchezza cronica, la scarsa autostima e prestazioni mentali e fisiche insoddisfacenti.

• Un’alimentazione povera di nutrienti può compromettere il sistema immunitario e rendere l’organismo più predisposto a raffreddori, influenze e a condizioni di salute precarie. E’ necessario un apporto costante ed equilibrato di vitamine e minerali per poter essere protetti più a lungo dalle malattie.

• Una dieta povera di nutrienti affatica il fegato. Questo organo è essenziale per una digestione corretta e per l’assorbimento di vitamine e minerali indispensabili per la vita stessa. Il fegato non può far fronte ad ingenti quantità di grassi saturi e di alcol che se consumati smodatamente possono portare ad affezioni epatiche e renali.

• Una dieta troppo ricca di zuccheri può portare all’aumento della concentrazione di glucosio (zucchero) nel sangue. Troppo glucosio nel sangue indica la presenza di una anomalia del metabolismo detta diabete mellito. I sintomi più comuni sono la sete, il frequente bisogno di urinare, problemi della vista, stanchezza e infezioni ricorrenti.

• E’stato confermato che è possibile prevenire 1/3 dei tumori maligni grazie a cambiamenti nella dieta. Un’alimentazione ricca di fibre e cereali integrali ha la capacità di prevenire tumori come quello del colon, dello stomaco e del seno.

• Una dieta sbagliata e sbilanciata aumenta il rischio di depressione e di sbalzi d’umore. E’ correlata anche alla sindrome premestruale, alla voracità e all’ansia.

Attraverso, quindi, una serie d’interventi semplici, alla portata di tutti e cercando di chiarire i concetti base, tramite l’aiuto di un esperto, sarà possibile introdurre nel bagaglio culturale soprattutto dei più giovani alcune nozioni informative, che si riveleranno sicuramente utili nella vita futura, per una gestione consapevole ed intelligente della loro alimentazione e quindi nella prevenzione delle malattie del benessere.

Sosteneva Keys, noto nutrizionista statunitense: “dimmi come mangi e ti dirò chi sei”; inoltre, credo si possa aggiungere “dimmi come mangi e ti dirò chi sarai e come potrai essere nel prossimo futuro!!”

Dott.ssa Alisia Curto Pelle