Di Angelo Lo Verme
Come mai quando c’è indagato un qualsiasi esponente del Pdl, il coro a senso unico degli adepti pidiellini vi si stringe intorno a proteggerlo amorevolmente (non per niente si autodefinisce “il partito dell’amore”, ora con tutte quelle nuove e autoreferenziali parole dal tono quasi messianico, che fanno scuotere la testa e abbozzare un sorrisino ironico in chi ne nota la somma ipocrisia) come una mamma teneramente fa col suo pargolo innocente, e grida unanimemente e a priori al complotto dei soliti togati rossi, cattivi e giustizialisti ad orologeria (anche mentalmente disturbati, a detta del Presidente del Consiglio italiano), che fanno un uso politico della magistratura dettando l’agenda politica italiana, ecc., ecc.?
Come mai poi gli indagati di sinistra ne prendono civilmente atto e senza gridare allo scandalo e al complotto si dimettono dal loro incarico affidandosi al lavoro della magistratura, difendendosi nel processo e non dal processo, come si usa dire di questi tempi, vedi Marrazzo nel Lazio, Frisullo in Puglia, e quando sono indagati quelli del Pdl rimangono attaccati come patelle alle loro poltrone, vedi Cosentino, vedi Dell’Utri, vedi Berlusconi?
L’ex Vice Presidente della Regione Puglia Sandro Frisullo si è dimesso già da parecchi mesi dopo aver ricevuto la notifica di essere indagato con l’accusa di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Ora sono scattate pure le manette nei suoi confronti, eppure il poco amorevole Governatore della regione Puglia Vendola, il Segretario del Pd Bersani e tutto il resto della sinistra parlano pacatamente di rispetto per la magistratura e di fiducia nel suo operato.
Come mai questa differenza di toni?
Non è che la cultura viene trasmessa dall’alto come la pioggia impregna il terreno sottostante le nuvole, per cui certi toni, certo linguaggio, certa discutibile morale vengono inculcati agli italiani dall’alto già da una ventina di anni, sospendendo il diritto alla critica, al dissenso e svigorendo la facoltà e la libertà (che paradosso!, a proposito di popolo delle libertà) di opinare con la propria testa? Pensando a ciò, la vostra memoria non rievoca un certo mascelluto in Piazza del Popolo a Roma, o un ridicolo mezzo baffetto e capelli pisciati a Berlino, che paonazzi urlano in modo esagitato frasi sconnesse a un popolo osannante? A me sì, pensate un po’!
Se non esistesse questo effetto piazza osannante, come si potrebbero propinare certe menzogne ripulite e rivestite da assoluta verità agli italiani, tipo la presunta “assoluzione” dell’avvocato Mills al posto della meno piacente prescrizione celebrata dall’Augusto Minzolini in prima serata, emerito direttore del TG1, o nell’atteggiarsi a vittima dei media, riuscendo a far credere di non essere indagato e paragonandosi addirittura ad Amendola? Come si può far passare e scambiare con incredibili espedienti alchemici il contenuto di talune intercettazioni telefoniche, e in quanto tali, reali, già di per sé accertate e inconfutabili come le pressioni ad esponenti della RAI (il cosiddetto servizio pubblico con tanto di pretesa di canone annuo), per oscurare programmi televisivi indigesti al nostro Presidente del Consiglio, per naturali esternazioni da sempre espresse da quest’ultimo, quindi risapute e dunque normali?
Come mai però nessuno fa notare che c’è differenza tra la legittima critica a trasmissioni televisive come “Anno zero”, e il tentativo di oscurarle esercitando indebite pressioni su chi potrebbe farlo violando gravemente codici, etica professionale e diritto all’informazione piuttosto che alla disinformazione di regime degli italiani?
Come mai nessuno fa notare che ormai è pratica consolidata dell’entourage berlusconiano il tentativo di sovvertire radicalmente la verità, scambiando sfacciatamente ad esempio, senza dubbio soltanto uno fra tanti, la prossima manifestazione di piazza del Pdl per difesa della libertà (di parlare liberamente al telefono, anche di fatti che privati non sono affatto se coinvolgono gli interessi dei cittadini, o di mandare ispettori ministeriali nelle Procure che facendo il loro dovere disturbano l’attività del Premier, ecc.), quando la libertà la compromettono proprio loro con le loro menzogne funzionali al mantenimento di questo regime politico alimentato dal potere mediatico?
Come mai in Italia succede tutto questo da una ventina d’anni? Già, vent’anni come la durata del famigerato Ventennio, guarda caso! Non è che tutte queste coincidenze di durata temporale e della sensazione sempre più viva e consapevole che le gocce che hanno fatto traboccare da molto tempo il famoso vaso ormai sono davvero tante e che si è davvero stanchi di questo andazzo, del chiaro sentimento che la misura ormai è davvero colma, siano i prodromi della dissoluzione di questo impero fondato sulla figura carismatica del proprietario (reale e virtuale) del 75 % dei mass-media italiani? Speriamolo, crediamoci e indigniamoci sempre più!


















