cartello-sui-disagi-per-vareseGiù al nord è un mio personalissimo modo di dire che uso con amici e colleghi del nord perchè alla fine in assoluto siamo sempre il nord di qualcuno e il sud di qualcun’altro, i  miei amici si scialano ogni volta che gli intercalo questa frase, adesso passi che l’usò Antonio Albanese ma  anche una produzione francese ci fece un film e quindi mi tolsero l’esclusiva… comunque mi nni stai futtiennu!!
Stanno tutti bene, invece, è un film stupendo con Mastroianni che consiglio a tutti di vedere e che tra breve scrafazzeranno con un remake ammerigano (vedere vuol dire affittarlo in videoteca o aspettare che passi in tv,  quindi non cercatelo sul mulo perchè è illegale e perchè poi vi scordate di leggere questo articolo).

Dicevamo, Giù al nord stanno tutti bene, un’intera generazione siciliana è migrata verso il nord lasciando di fatto le nostre città senza ricambio generazionale.
Tutti abbiamo amici/parenti/conoscenti giù al nord, ma non tutti forse sanno com’è realmente la situazione, siccome non mi occupo di economia o sociologia è meglio che vi riporti le storie di miei amici accussì cuomo mi li cuntaru in modo tale che ognuno faccia le proprie considerazioni:

Peppe è un ragazzo originario di Campobello di Licata, lo conosco da decenni dopo aver provato qualche rattiddruzzu in paese, ha scelto di andare al nord a fare l’OSS che detto così pari na cosa di startreck ma tradotto è il nobile lavoro di portantino.  All’inizio data la forte domanda e la scarsa disponibilità erano tutte rose e fiori, vitto e alloggio pagato dalla struttura, comodi turni cioè na passiata, adesso che l’invasione sanitaria sicula ha coperto tutto il nord le cose sono cambiate, deve pagare l’affitto, il condominio, il posto macchina, la spesa pi mangiari, benzina, e una miriade di altre spese che evito di elencare, il risultato è che al 20simo giorno del mese finiscinu i picciuli, quindi sta seriamente pensando che i rattiddruzzi du paisi eranu a meglia cosa.

Francesco (nome inventato ma storia vera) è di Naro lavora, anzi lavorava a Modena in una grande officina metalmeccanica, adesso è in cassa integrazione da novembre e ha deciso che è meglio stare o paisi ca drra ‘ncapu si spascianu grana ammatula.
Da quello che ho capito la fabbrica non ha intenzione di ritornare a pieno regime, quindi tutti a casa.

Giuseppe è fuori Italia, per me è come un fratello ci conosciamo dal ’76, ci siamo sentiti l’altro giorno al telefono e con estrema sincerità mi disse che sta mettendo da parte qualche euro per ritornare definitivamente e avviare un piccola impresa. Quindi anche fuori Italia la crisi c’è e si sente.

Potrei continuare con altre decine di storie, stringendo possiamo dire che il risultato è un’intera generazione di siciliani/e che produce benessere giù al nord, migliorandone la qualità della vita e innalzandone l’indice economico senza però un equo ritorno soggettivo sia economico che sociale.
Inoltre arriva anche qualche legaiolo con la camicia verde e dice che i soldi del nord devono restare al nord, ma non ha capito che almeno metà son soldi *creati* da migranti del sud.

Ora passiamo al lato folcloristico, il migrante tipo, quello che solo lui è stato al nord e dopo 2  mesi già ti toscaneggia o ti milanesaneggia con l’intercalare tipico del luogo d’adozione lavorativa, che alla fine si è anche scordato il siciliano e quando torna ti viene tutto preparato  sul civile convivere al nord, su come funzionano le cose, e tutte ste belle storie ca pari un libru d’educazione civica, però in quei 3 o 4 giorni che è qui ritorna a lasciare l’automobile in doppia fila,  a buttare per strada il fazzoletto di carta dopo essersi sciusciato il naso, o il pacchetto di sigarette vuoto, o la ciunga, o peggio ancora usa il clacson per ogni fissaria e si ferma comodamente con la macchina  a centro carreggiata del corso principale pi cuntrastari con un vecchio amico, che viene voglia di scendere e chiedergli se vogliono ‘na birra  o ‘na broscia o, se si è un tantino di prescia, dirgli qualcosa del tipo: “Ciao, ancora quà sei ? annacammuni, dai, va arricria Milanu“.

Che poi è sempre lo stesso tipo che rimpiange la Sicilia e non vede l’ora di tornare nelle splendide spiagge giurgintane o nel calmo paesello d’origine dove gli uccellini cinquettano e si sente l’odore dei fiori appena sbocciati.
Cioè vuol dire su scurdò ca l’acquà  n’arriva ‘na vota ogni milli pascuna ?
che ogni fussuni per strada pari a succursali da diga?
che l’odore non è dei fiori ma dei cassonetti pieni?

che a san leone o a muddraredda se ti viene un bisogno fisiologico (quello piccolo) devi andare in mezzo all’acqua per farlo ?
che poi a me sta cosa di farla in acqua non mi riesce mai e me la tengo e faccio prescia a tutti per tornare a casa.

Che è sempre quello che ogni sera a Milano è a un evento mondano, il fine settimana a sciare, la domenica alla partita e abita a Milano centro…. a Desio.
Che se ci fermiamo un attimo a riflettere con logica e facendo 4 conti ci viene subito da pensare: ma quando mizzica guadagna un impiegato medio a Milano ?
per caso introdussero il federalismo fiscale con reddito proporzionato al costo della vita a mia insaputa ?
lavorano solo i giorni pari dei mesi dispari ?
o più prosaicamente: ma quantu minchiate sta raccontando questo ?

Un caso a parte sono gli studenti universitari, adesso è di moda studiare a Roma o Pavia o Firenze per poi tornare  a fare i disoccupati però con il pezzo di carta pergamena extrasicula, cioè ste cose fanno riflettere e forse giustificano il taglio dei fondi per la ricerca universitaria….
che subito viene da pensare: ma l’università a Palermo/Catania/Agrigento/Enna è cosa scarsa ?
il pezzo di carta pergamena non è lo stesso ?
oppure a questi  c’abbuta fare avanti e indietro e se ne vanno lontano così vengono 2 volte l’anno ?

In Sicilia  u travagghiu un c’è, però nel nostro hinterland vengono accolti e lavorano onestamente, a volte sfruttati, migliaia di ragazzi/e provenienti dall’est Europa, circa 15mila e più tra Canicattì, Naro, Ravanusa e Campobello.
Almeno ci sono loro che suppliscono alla forza lavoro mancante e contestualmente pagano affitto e fanno la spesa nei nostri esercizi commerciali, quindi contribuiscono positivamente all’economia locale e al miglioramento della qualità della nostra vita.

Alla fine lo sappiamo tutti che molte cose non vanno per il verso giusto e tutte le volte che assistiamo a una suvirchiaria pensiamo: “ora acchianu macari iu  e la mando a farsi fottere questa Sicilia”.
Ma la domanda nasce spontanea: se ce ne andiamo tutti lasciamo questa splendida terra a chi fa suvirchiarie ?
che alla fine a qualcuno  vengono pure i dubbi: è più coraggioso restare o andare via ?
Personalmente non ho dubbi io resto!! anzi come diceva Peppe Gatì:
“E’ arrivato il nostro momento, il momento dei siciliani onesti, che vogliono lottare per un cambiamento vero, contro chi ha ridotto e continua a ridurre la nostra terra in un deserto, abbiamo l’obbligo morale di ribellarci.
Questa è la mia terra io la difendo e tu ?”

Che per inciso, Peppe, è stato un grande ragazzo e lavorava a Campobello di Licata pascolando le sue *signorine*, le capre giurgintane, nell’azienda di famiglia e ha perso la vita in  un incidente sul lavoro.
Peppe non toscaneggiava, non milaneseggiava e non si pavoneggiava, ha fatto più lui nella sua breve vita che un’intera cittadinanza in 50 anni.
Questa sua lezione di vita, di civiltà, di realtà, di  impegno e di coraggio sarà ricordata per sempre e ci darà la forza per continuare nel nostro piccolo a cambiare le cose che non vanno, così quando ritorneranno quelli che sono giù al nord non noteranno più la differenza, accussi cu picca cumpariemmu e mancu sfigurammu.

Se avete avuto la pazienza di arrivare a leggere fino a questo punto vi ringrazio, ci voli stomacu forti, quindi velocemente vi spiego il perchè di questo nuovo spazio su canicattiweb.com, fondamentalmente ci sono 2 motivi, il primo: da quasi venti anni sono/lavoro/cazzeggio sul web ma rimasi l’unico a non avere un blog personale, non ne ho sentito mai il bisogno e principalmente ho poco tempo a disposizione da dedicare a ste cose (a Naro diciamo “u scarparu camina chi scarpi rutti“) ma dato che ho trovato uno spazio dove qualcuno mi sopporta allora ne approfitto, ogni lassata è persa.
Il secondo motivo, il più importante, è perchè Cesare (uno dei responsabili di canicattiweb.com) mi dice sempre: “compà un personaggiu si!! a scriviri un libru“, posso lasciare sospesa in aria una tal gentile richiesta ?
che poi Cesare si siddria e il libro me lo scrive lui ? assolutamente no!!
Quindi eccomi qui a cadenza più o meno strafuttenti nel corso del mese.
Vi ricordo che potete liberamente commentare/criticare/aggiungere/etc  a quanto da me scritto.

Vi saluto e alla prossima, stay tuned, stay human!!

Gero Marsala

dimenticavo, tranquilli giù al nord stanno tutti bene… e nuantri ccà stringiemmu i dienti e jammu avanti!!