I ministri economici del governo Monti sono coscienti del fatto che le misure di rigore economico ed il pesante prelievo fiscale al quale è stato sottoposto il popolo italiano sta provocando nella opinione pubblica italiana un vero e proprio senso di schifo verso coloro che hanno precise responsabilità per il disastro nel quale ci troviamo?

Io ritengo di si. Ma allora occorre fare presto al fine di evitare degenerazioni di carattere sociale.

Ci aspettiamo da parte del governo delle immediate ed urgenti misure per far ripartire l’economia creando i giusti presupposti per favorire gli investimenti e, quindi, l’occupazione e lo sviluppo.

Bisogna trovare il denaro per sostenere chi non ha un lavoro o chi l’aveva e lo ha perduto. Questa è la priorità assoluta e questo denaro deve provenire, innanzi tutto, dalla lotta alle ruberie ed agli sprechi perpetrati in molti settori della vita sociale oltre che dalla lotta alla grande evasione fiscale dei soliti “furbetti del quartierino”. Non è più concepibile che a pagare sia ancora la povera gente. Lo stato avvii subito le misure, quanto meno per il parziale pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese per dare una boccata di ossigeno e, quindi, evitare ulteriori licenziamenti e favorire le assunzioni.

Cresce la disperazione ed il numero di coloro che perdono la speranza di farcela, ed è pazzesco pensare che mentre la gente arriva a togliersi la vita per ragioni economiche, c’è una larga parte della così detta “classe dirigente”, che continua ad utilizzare la cosa pubblica o le aziende di rilevanza pubblica come un feudo personale, attaccati alle poltrone come le cozze allo scoglio.

E’ riduttivo e fuorviante pensare di liquidare le proteste e la rabbia manifestata da molti cittadini, anche mediante movimenti come quello “ Cinque Stelle “ di Beppe Grillo, definendole derive populistiche che concretamente non propongono soluzioni ai problemi.

Io sarei molto più cauto e guarderei a questi movimenti con grande interesse, quando meno per la voglia di partecipazione e per la presa di coscienza di molti aderenti.

La situazione del paese è veramente critica e non possiamo più permetterci di affidare le sorti della nostra esistenza alle solite facce toste che si presentano ancora una volta al nostro cospetto con l’aria di chi sta arrivando solo adesso e si propone come salvatore della patria (magari dando un nuovo nome al partito).

Ma diciamocela tutta. Quanti di questi signori hanno avuto consenso per stima vera, per professionalità o per le riconosciute capacità di risolvere problemi? O forse il così basso livello della nostra classe politica nasce dalla consapevolezza di parecchi cittadini, specie al sud, che al di là della stimabilità e della moralità dei nostri politici, se si vuole avere speranza di risolvere qualche problema devi rivolgerti al politico “giusto”. Questo atteggiamento discutibile ha contribuito a creare i presupposti del disastro nel quale tutti ci troviamo. Ma adesso non è importante continuare a parlare degli errori fatti e di scelte egoistiche, mentre ritengo opportuno riconoscere l’errore ma non continuare a sbagliare, non ce lo possiamo più permettere.

E allora cominciamo con il dire che chi ha fallito, chi ha rubato o visto rubare senza intervenire non è degno di rappresentarci. Non facciamoci più prendere in giro da nessuno, specie da coloro i quali sono particolarmente furbi e capaci nel manipolare il consenso. Smettiamola di consegnare il nostro futuro nelle mani di mediocri che da decenni utilizzano il potere prevalentemente a fini personali mettendo a repentaglio le nostre sorti e quelle dei nostri figli. Costoro ci diranno che non sono disposti a lasciare la poltrona sino a quando saranno democraticamente eletti. Democraticamente? “ Ma mi facciano il piacere ! direbbe il Principe De Curtis “. Sappiamo bene che il consenso estorto con mezzucci non è vero consenso ma gestione del potere per il potere, ma quando questo finirà, e prima o poi finirà, a costoro viene riservata una grande punizione, la solitudine. La nave affonda e molti preferiscono affondare con la nave anziché uscire di scena compiendo, almeno in ultima istanza, un gesto dignitoso.

Provate a pensare qualcuno che conoscete e che in qualche modo esercita potere. Provate a vederlo fuori dal ruolo di potere rivestito per parecchi anni. Chiedetevi che valore sociale avrebbe senza quella “poltrona”. Sapete perché sono così tanto attaccati alle poltrone? Perché hanno paura, perché non è gente che può farne a meno, non è gente che sa mettersi in discussione rischiando in proprio ma preferisce rischiare sulla pelle degli altri. Ma ricordiamolo a tutti. Prima o poi arriva il giudizio degli uomini e, per chi ci crede, quello di Dio.

di Vincenzo Racalbuto